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Se nel testo scolastico Manzoni difende l'euro contro i populismi

Un manuale scolastico rilegge i classici in chiave moderna. E così Manzoni diventa europeista, Parini pro immigrazione, Alfieri e Foscolo antifascisti

Se nel testo scolastico Manzoni difende l'euro contro i populismi

Pur di attaccare il governo e i "populisti brutti e cattivi" ora la sinistra scomoda persino i classici della letteratura. E non lo fa solo sui giornali, ma persino nelle scuole.

Come racconta oggi La Verità, infatti, in uno dei più diffusi manuali di letteratura italiana per le scuole superiori, autori come Alessandro Manzoni, Vittorio Alfieri, Ugo Foscolo o Giuseppe Parini diventano baluardi anti populismi e strenui difensori dell'Europa - moneta unica inclusa -, nonostante l'idea di Europa che abbiamo oggi sia nata secoli dopo, o dell'accoglienza dei migranti.

Così ne I classici nostri contemporanei spunta una rilettura in chiave moderna degli autori più noti che nei giorni scorsi ha scatenato un vivace dibattito. "Le farneticazioni della folla milanese del Seicento possono ricordarci tante altre idee false che trovano oggi facile accoglienza nelle credenze di massa", si legge a proposito dei Promessi Sposi, "Ad esempio quelle intorno all'euro, a cui da molti viene attribuita la colpa della difficile situazione economica attuale, mentre le cause di essa, come tutti dovrebbero sapere, sono state le speculazioni finanziarie internazionali che nel 2008 hanno innescato una crisi economica mai vista dopo la Grande Depressione. L'euro, con tutti i suoi limiti, è stato un baluardo che ci ha difeso da ripercussioni più devastanti. Il triste è che l'animosità contro l'euro come responsabile della crisi non si riscontra solo nelle masse ignare di economia e mosse da una comprensibile insofferenza per le difficoltà patite, ma anche in persone che dovrebbero disporre di maggiori mezzi culturali e di più lucido discernimento". Insomma, chi critica l'euro è un ignorante che crede alle fake news. E poco importa che invece Manzoni era uno dei più ferventi difensori della patria "una d'arme, di lingua, d'altare, di memorie, di sangue e di cor",

Stessa sorte tocca al Parini, che nella rilettura moderna diventa un "pro-immigrazione" ante litteram: "Attuale è anche il problema toccato da un'ode come Il bisogno, dove si individuano le cause di molti delitti nella miseria e nella fame, che spingono a delinquere", si legge, "È un dato che possiamo verificare ancora oggi, specie se si guarda ai reati scaturiti dalle condizioni delle masse di immigrati. Affrontano pericoli e disagi per cercare una vita più degna e poi, arrivati nei paesi europei, purtroppo in molti casi non trovano altra possibilità di sopravvivenza che divenire manovalanza della criminalità, soprattutto per lo spaccio di droga o per il controllo della prostituzione".

E Vittorio Alfieri? Diventa un antifascista che aveva avvisato come anche in democrazia possono verificarsi "arretramenti verso impostazioni autoritarie" (come ad esempio è successo nella scuola Diaz nel 2008 a Genova). Così come Ugo Foscolo, la cui delusione per il dispotismo napoleonico permette un parallelismo con quella subita da "coloro che hanno vissuto le stagioni dell' antifascismo e della Resistenza e hanno confidato in una Italia totalmente nuova, vedendo poi smentite le loro speranze dalla situazione politica [...]. E ancora una delusione ha conosciuto la generazione successiva, quella che nel Sessantotto ha di nuovo sperato in un radicale rinnovamento.

Una terza delusione, se si vuole, è stata quella seguiti alla crisi della cosiddetta Prima Repubblica".

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