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L'anatema del Papa contro il profitto Tranne quelli dell'otto per mille

Il Papa scomunica il profitto. Ma San Paolo diceva: "Chi non vuole lavorare, neppure mangi". E se non mangi, muori

L'anatema del Papa contro il profitto Tranne quelli dell'otto per mille

Il fatto che il lavoro sia importante lo sanno tutti, specialmente quelli che l'hanno perso o che non l'hanno mai trovato. San Paolo, che aveva la testa in cielo ma i piedi ben piantati per terra, diceva: «Chi non vuole lavorare, neppure mangi». Io, che ho entrambi gli arti inferiori saldamente ancorati al suolo, rincaro: «E se non mangi, muori». Oddio, a venire in soccorso dei disoccupati c'è sempre la pensione della mamma o della nonna, ma questa è un'altra storia.

Le cronache hanno informato: all'Electrolux, che recentemente ha ridotto l'organico rapportandolo alla diminuita produzione (calo degli ordini), è stato cooptato un centinaio di operai per fronteggiare un'emergenza, cioè un'improvvisa richiesta supplementare di frigoriferi. Non volendo perdere l'affare, i dirigenti della fabbrica hanno fatto ricorso ad assunzioni provvisorie e agli straordinari (volontari) delle maestranze. Apriti cielo.

I sindacati hanno protestato e tentato di boicottare l'iniziativa. E giù polemiche enfatizzate dai media. I tribuni del popolazzo si sono indignati: ma come - hanno gridato - prima lo stabilimento licenzia, poi costringe la gente a sgobbare anche a Ferragosto e, addirittura, chiama in servizio coloro i quali sono senza posto? In effetti, in tutto questo ci sono elementi di contraddizione. Ma solo apparente.

Si sa che la crisi ha obbligato tanti stabilimenti a ridimensionare il personale. Il che è stato doloroso. Ma è pur vero che un'impresa o è in condizioni di guadagnare oppure chiude i battenti. I sindacati non se ne fanno una ragione. Non se la fanno neppure allorché la ditta reintegri qualcuno - davanti a una inopinata necessità di sfornare prodotti in quantità superiore al solito - e cerchi di reclutarne altri in aggiunta a quelli già all'opera. Anzi, si arrabbiano e organizzano forme più o meno eclatanti di ostracismo, a costo di disgustare chi ha bisogno di intascare un po' di soldi allo scopo di mandare avanti la famiglia.

Un tempo c'erano contenziosi aspri fra azienda e lavoratori, adesso questi ultimi litigano con i loro rappresentanti. Segno che i tribuni non godono della fiducia delle maestranze. Nei periodi in cui tutti sono costretti a tirare la cinghia perché l'occupazione cala, chi riesce a fare qualche ora per arrotondare il reddito fa i salti di gioia. I lavoratori dimostrano di avere senso della realtà, mentre chi dovrebbe tutelarli li danneggia e, invece di badare al sodo, si batte per astratte questioni di principio.

Episodi come quello che si è registrato all'Electrolux sono la prova che i sindacati non sanno quello che fanno, e lo fanno talmente male da allontanare da sé gli iscritti. In effetti, succede che la Cgil sta «dimagrendo» a vista d'occhio e che la Cisl, retribuendo i propri capoccia quali nababbi, si sia sputtanata inesorabilmente. Se poi si considera che alcuni vescovi si oppongono, nelle loro vibranti prediche, al lavoro domenicale, poiché la festa va dedicata a Dio, si capisce perché anche la Chiesa sia in difficoltà a trattenere i fedeli che, essendo affamati, anzitutto tentano di riempire il proprio stomaco, poi la cassetta delle elemosine.

Ieri, infine, il Papa, durante l'udienza del mercoledì, si è lasciato sfuggire la seguente frase: «Il lavoro è sacro, ma le famiglie non possono essere ostaggio del profitto». Sicuro.

Tutti i profitti sono volgari, tranne quello dell'8 per mille.

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