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Se Thomas Mann e i suoi discepoli entrano in politica

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Se Thomas Mann e i suoi discepoli entrano in politica

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Non poteva che essere tedesco. Eike Schmidt, primo candidato sindaco straniero di una grande città della Penisola, porta nel cognome (l'equivalente del nostro Fabbri, il più diffuso in Germania dopo Müller) il suo essere teutonico. E da bravo tedesco ha scelto l'Italia. Per molti della sua generazione e di quella immediatamente precedente (lui è nato nel 1968) è stata una preferenza anche politica: la Toskana Fraktion è stata per anni la lobby sotterranea che univa i radical chic d'Oltralpe, Verdi e Socialdemocratici, gaudenti viveur che sapevano apprezzare un buon vino, bevuto, possibilmente, nel casale di proprietà sulle colline senesi. Alla categoria appartenevano politici come Otto Schily, a lungo ministro dell'Interno o Joshka Fischer, ministro degli Esteri. Come loro tanti altri, che accanto all'italian way of life apprezzavano, nei formidabili anni '70 e '80, la forza barricadera dei politici della sinistra italiana, esotici, retorici e avventurosi come dei Che Guevara europei. Quanto ai Genossen, i compagni, quando si trattava di fare politica Oltralpe preferivano dimostrarsi di tutt'altra pasta, sobria, concreta, perfino attenta al soldo. Del Cancelliere socialdemocratico Schmidt (Helmut) è la frase che appare come un manifesto d'azione e allo stesso tempo una negazione radicale di istinti e comportamenti della sinistra tricolore: «Il politico che ha una visione farebbe bene a farsi visitare».

Le idee dell'italiano naturalizzato Eike Schmidt sembrano far escludere che alla Toskana Fraktion si sia mai iscritto. Così come il suo curriculum di studioso del Rinascimento e dell'età barocca, passato da una direzione all'altra di grandi musei di mezzo mondo, portano a smentire che possa appartenere all'altro partito tradizionale (almeno un tempo) della politica tedesca: il Saumagen Partei, il partito della pancia di maiale ripiena, formato dai politici più legati alla Germania della tradizione e della piccola gente, e guidato, finchè è rimasto in politica, dal Cancelliere Helmut Kohl.

Il percorso di Schmidt (Eike) fa pensare piuttosto che appartenga a un altro genere dei tedeschi «italianizzanti», quello secolare della «Sehnsucht nach dem Süden», lo struggimento verso la Penisola e le sue bellezze. Gli italiani hanno, nel loro piccolo, sempre cercato di far cambiare idea agli ammiratori del Nord (dalla distruzione urbanistica delle città, ai modi da nouveau riche che tanto urtano i tedeschi). Loro sembrano ostinarsi.

E in molti continuano a pensare quello che scrisse Thomas Mann in suo romanzo, che in Paradiso gli angeli parlano sicuramente italiano.

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