Cronache

Se il vu' cumprà diventa parte del paesaggio

Se il vu' cumprà diventa parte del paesaggio

Nel 1602 Tommaso Campanella scriveva La città del Sole, immaginando una città ideale con leggi e costumi perfetti, e era una città perfetta, inespugnabile, circondata di mura. Le mura servivano a proteggere il bene comune dagli invasori, cosa che oggi pare inimmaginabile: invasori? Giammai, bisogna accogliere tutti.

Campanella non aveva torto, perché le cose, in teoria, si immaginano nel miglior modo possibile, poi si sa, la pratica è quello che è, e non corrisponde mai all'ideale platonico (gli ideali platonici sono sempre stati veri solo per Platone). Una città ideale la immaginò anche Piero della Francesca, insieme a altri artisti, tra il 1480 e il 1490, e era una città perfetta, pulita, immacolata, non c'erano neppure le persone, come negli acquerelli di Berlino di Adolf Hitler.

Nel 2018, quattro secoli dopo le utopie di Campanella, cinque secoli dopo Piero della Francesca, il ministro Graziano Delrio chiede di vedere un progetto del nuovo porto Spirito, e gli mostrano un rendering (una realizzazione grafica computerizzata) con già raffigurati i venditori abusivi. Se i cittadini normali erano antiestetici per il Rinascimento, oggi è antiestetico non rappresentare il cittadino non ideale.

È dunque la nuova città ideale, dove nell'idealizzazione viene rappresentato il suo contrario. Tanto l'abusivismo lì è la norma (e ormai non solo lì), e quindi perché non inserirlo? Da una parte sarà realismo, dall'altra la rinuncia a priori a qualsiasi livello di perfezione anche solo immaginaria, al povero Campanella sarebbe preso un colpo, a Piero della Francesca un ictus. È come chiedere a un architetto il progetto di un complesso monumentale, e fornirglielo già con le scritte sui muri dei vandali di strada.

A questo punto però sarebbe il caso di rendere la rappresentazione completa: per esempio inserendo nel porto anche degli scippatori e turisti derubati che corrono a cercare autorità (che non trovano, o se le trovano è come se non le trovassero, c'aggia fa'?). O spacciatori di hashish e marijuana, e anche qualche negoziante che deve pagare il pizzo.

Si penserà che in fondo è uno spirito goliardico di qualche grafico napoletano, ma è di più: è realismo partenopeo. Loro ti fanno vedere subito quello che sarà, sono avanti. Sono indietro perché sono avanti, o sono avanti perché sono indietro. In ogni caso è significativa l'assenza, al Sud, di qualsiasi pensiero di città ideale, o forse il contrario: la città ideale è quella che incorpora l'imperfezione, il degrado, il caos.

Facciamo un bel porto, e facciamolo già che faccia schifo dall'inizio, così non potremo lamentarcene alla fine.

Commenti