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Segnali di vita nell'industria. Si muove il fatturato: +2,4%

Bene il settore auto ma l'export è ancora in affanno. È il secondo segnale positivo incassato dal governo

Segnali di vita nell'industria. Si muove il fatturato: +2,4%

Roma - Nella vita è questione di fortuna: Paolo Gentiloni, almeno dal punto di vista macroeconomico, sembra essere nato con la camicia. Dopo aver incassato circa due settimane fa un rialzo superiore alle stime della produzione industriale, ieri ha potuto ammirare l'evoluzione positivo del fatturato e degli ordinativi dell'industria che hanno segnato, come rilevato dall'Istat, «un aumento significativo» su base mensile (+2,4% per il fatturato e +1,5% gli ordini). Si tratta di dati riferiti a un mese durante il quale governava ancora Matteo Renzi, ma - come detto - a giovarsene è stato il suo successore.

È ancora presto comunque per far suonare le trombe e innalzare peana nei confronti di Palazzo Chigi, ma alcune tendenze già si possono intravedere. In primo luogo, il fatturato è in crescita anche a livello tendenziale (+3,9% sullo steso mese dell'anno precedente), mentre gli ordinativi sono sostanzialmente stabili (+0,1%). Il contestuale aumento della produzione industriale nello stesso periodo fa pensare che i magazzini si siano svuotati e quindi si producano beni per rifornirli. In secondo luogo, il fatturato è stato trainato dalla componente interna (+4,8%) che su quella estera (+2,2%), segnale che la competitività italiana è in sofferenza anche perché la congiuntura dei principali mercati di sbocco (dall'Europa al Medio Oriente all'America) non è poi così brillante. Invece continua a giocare un ruolo fondamentale il ricambio del parco auto (+13,6% i ricavi dei produttori di mezzi di trasporto).

Ultimo ma non meno importante è il fatto che il maggior incremento di ordini sia relativo ai beni strumentali (+8,4%), segnale che l'iperammortamento del piano «Industria 4.0» potrebbe aver indotto molti operatori a investire. È altrettanto vero, quindi, che ove il regime di agevolazioni firmato in tandem da Renzi e dal ministro Calenda terminasse, ne soffrirebbe tutto il comparto produttivo.

Che cosa lascia, dunque, questo segnale positivo? In primis, che se il governo Gentiloni durasse oltre l'anno potrebbe mettere la firma su un aumento del Pil almeno pari all'1% dopo un triennio di «zero virgola». Crescere, infatti, non è un'impresa impossibile: nei primi undici mesi del 2016 il fatturato è calato dell'1,1% rispetto allo stesso periodo del l'ano precedente e gli ordini si sono ridotti dell'1,2 per cento. Insomma, visto il basso livello di partenza non si può che crescere.

Basta solo che Gentiloni faccia un po' di attenzione e non si perda dietro alla politica politicante come Matteo Renzi.

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