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Il Senato in bilico sul Sicurezza bis

Trappola M5s. Rischiosa anche la fiducia. La Russa: «Non la votiamo»

Il Senato in bilico sul Sicurezza bis

Per il M5s può essere l'ultima occasione per aprire la crisi di governo e per la Lega può rivelarsi il primo voto per sperimentare una nuova maggioranza. In ogni caso, giovedì, quando il Senato sarà chiamato a pronunciarsi sul decreto sicurezza bis - il testo di Matteo Salvini (nella foto) che inasprisce le pene per le navi ong - il governo dovrà superarsi per ottenere la conversione in legge. Al Senato, la maggioranza, che può contare dopo uscite ed espulsioni soltanto su 164 voti, è destinata ulteriormente ad abbassarsi per i malumori che travagliano il M5s. Il gruppo da giorni è stato avvisato: «La richiesta di voto di fiducia anticipa la formale apertura della crisi». A mancare potrebbero essere i voti dei senatori Matteo Mantero, Alberto Airola e nella giornata di ieri si è aggiunta anche Elena Fattori che ha aperto alla mozione di sfiducia presentata dal Pd contro Salvini: «Ci penserò e non tradirei il mandato se votassi la sfiducia». Ad accendere il clima, in vista del voto, è arrivata in tarda serata proprio la dichiarazione di Mantero che ha anticipato la decisione del M5s di ripresentare gli emendamenti già proposti alla Camera: chiaro che si tratti di un altro tentativo per logorare la Lega. Chi invece potrebbe votare a favore del decreto è la senatrice Virginia La Mura data tra i sicuri dissidenti e che sta maturando una decisione «che non ho ancora preso. Vi prego di rispettarmi» confida.

La verità è che le ultime espulsioni, come racconta la senatrice Nugnes, hanno criminalizzato le poche voci ostili tanto che «si preferisce la fuga dall'aula anziché votare contro Salvini. Bisogna avere il coraggio di opporsi a questo decreto ma nel M5s ormai manca». Una delle mosse del M5s potrebbe essere quella di lasciare ad altre forze politiche il peso della scelta. Un senatore del M5s sussurra che «quel decreto ha altri voti tanto che non ci sarà bisogno del nostro aiuto». Fa riferimento ai parlamentari di Forza Italia ma ancora di più a quelli di Fdi che già negli scorsi giorni sono rimasti in aula, alla Camera, quando 17 del M5s la abbandonavano. La Lega riceverebbe i voti mancanti da Fdi che però non intende esprimere un voto di fiducia a questo governo. Ignazio La Russa lo dice: «La fiducia non la voteremo mai, diversa cosa è votare il provvedimento». Provvedimento dove potrebbero essere inseriti emendamenti cari al partito di Giorgia Meloni. Un'altra possibilità è quella di non chiedere la fiducia e rischiare. Il M5s, ancora una volta, può mettere in pratica l'arte della fuga. Si abbassa il quorum, si incassa il risultato senza metterci la faccia. Ma si tratterebbe solo di una mina disinnescata che non allontana la crisi. Dopo ci sarebbe la mozione sulla Tav, la sfiducia presentata dal Pd e il M5s sempre avverso alla Lega. Tutto dipende dal voto sul decreto sicurezza.

Salvini potrebbe avere la prova che cerca e decidere così di cambiare i colori della sua alleanza.

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