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Il settembre caldo della Meloni. "Via ai gazebo contro gli inciuci"

Referendum tra i militanti: cosa fare se Renzi andrà a casa

Il settembre caldo della Meloni. "Via ai gazebo contro gli inciuci"

Roma - Il primo anno senza Atreju, la manifestazione giovanile che l'ha lanciata nell'agone politico, non vuol dire per Giorgia Meloni un settembre con le mani in mano. Nonostante l'imminente nascita della sua primogenita, il presidente di Fratelli d'Italia ha un'agenda fitta di impegni. A iniziare da sabato quando i gazebo di Fratelli d'Italia saranno in tutte le principali piazze italiane per un «referendum propositivo» cui sono chiamati a partecipare iscritti e simpatizzanti. «Io sarò sabato mattina a largo Goldoni, a Roma - annuncia - per lanciare questa iniziativa con la quale intendiamo fare chiarezza in un dibattito che di chiarezza ne vede davvero poca». Secondo la leader di Fratelli d'Italia il centrodestra deve rifondarsi a partire dai contenuti e non lambiccarsi sul nome del cosiddetto leader.

Nelle schede che gli attivisti troveranno ai gazebo ci sono domande precise su quale sarebbe lo scenario migliore per l'eventuale sconfitta del fronte del Sì al referendum costituzionale di novembre. «Personalmente vorrei che le eventuali dimissioni di Renzi portassero subito al voto - spiega la Meloni - Sono, infatti, contraria a inciuci vari o a governi di scopo, come tanti vanno adesso auspicando». Il popolo dei gazebo si dovrà pronunciare anche su altri temi che sono da sempre al centro dell'azione politica di Fratelli d'Italia come il presidenzialismo (punto cardine - secondo la Meloni - di una coerente riforma costituzionale). «Perché - si chiede la leader di Fratelli d'Italia - invece di impegnarsi in una riforma pasticciata, non si è pensato a una riforma che introducesse anche il diritto per gli elettori italiani di esprimersi con referendum su decisioni dell'Unione Europea ritenute vere e proprie ingerenze sulla nostra sovranità?».

Insomma sabato prossimo la Meloni sarà anche idealmente lontana dagli appuntamenti di Pontida (Salvini) e di Milano (Parisi). Agli altri esponenti del centrodestra chiede maggior impegno sul fronte della campagna referendaria. Il problema semmai è ridefinire una compagine vincente. Un centrodestra, spiega, unito sulle idee e sui programmi. Certo, per la Meloni, il modo migliore per trovare un leader resta ancora quello fornito dalle primarie di coalizione. «Però non sono ancorata ai mezzi, agli strumenti. Quelli si possono cambiare.

Se qualcuno trova qualche modo più efficace delle primarie è il benvenuto».

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