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Sfida sulla Torino-Lione Salvini prova a dribblare l’appello di Berlusconi

Il Cav incalza Matteo: «Non puoi sempre avere il telefono staccato...». Ma il vicepremier tace

Sfida sulla Torino-Lione Salvini prova a dribblare l’appello di Berlusconi

I tre tenori del centrodestra - o meglio due tenori e un soprano considerata la presenza di Giorgia Meloni - si ritrovano in Sardegna in vista del voto di domenica e tornano a calcare i teatri regionali, in attesa di una nuova chance nazionale. La giornata è segnata da evidenti tensioni sul fronte dell’alta Velocità Torino-Lione con la mozione parlamentare «bloccatutto» che si discute a Montecitorio. Ma Matteo Salvini - che indossa una felpa che riproduce la tradizionale bandiera della Sardegna con i quattro mori - è perentorio e con il candidato governatore Christian Solinas mette subito in chiaro che nella conferenza stampa cagliaritana non ci sarà spazio per questioni nazionali. I tentativi dei giornalisti di rompere il muro della resistenza salviniana sono fisiologici. Il leader della Lega non cede e così sono direttamente Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni a provare a stanarlo con qualche stoccata ironica. «Anche oggi siamo qui, tutti insieme, in una conferenza stampa unitaria del centrodestra. In Abruzzo ha portato bene, speriamo lo stesso in Sardegna», dice la presidente di Fratelli d’Italia, aprendo l’incontro. Poi Giorgia Meloni si rivolge a Solinas e lo rassicura sul sostegno del centrodestra, richiamandosi al caso Diciotti. «Noi alleati saremo sempre presenti. E se un giorno dovessero decidere di processarti noi ti sosteniamo, senza bisogno di consultazioni on line». Salvini sollecitato dai giornalisti a dare una lettura in chiave nazionale della possibile vittoria in terra di Sardegna ribadisce che il governo gialloverde non si tocca. «A livello nazionale non cambia niente: sarà una bella notizia per i sardi, ma il governo va avanti fino in fondo». A quel punto interviene Berlusconi e lancia il primo sassolino nello stagno. «Se vinciamo in Sardegna mi limito a dire che lunedì chiamerò Matteo Salvini...», è la battuta ironica con cui il Cavaliere replica al vicepremier. In un gioco di sponda anche la leader di Fdi rilancia: «Lunedì ci saranno tante telefonate». E il vicepremier chiosa: «Ho capito. Lunedì stacco il telefono...». La cronista di SkyTg24 prova a quel punto a tirare in ballo la questione della Tav e il tema di una possibile intesa interna al centrodestra. Salvini fa subito catenaccio: «Questa è fuori tema». Berlusconi sorride, prende il microfono e lo incalza, sempre sul filo dell’ironia: «Questa fa parte delle domande che gli farò da martedì... Non potrà stare con il cellulare spento per due giorni...». In realtà lontano dal palco comune Giorgia Meloni, entrando al T Hotel di Cagliari aveva pronunciato parole dure sulla questione Tav. «Sono molto delusa dalla mozione della maggioranza che dice chiaramente che la Tav non si fa: in due righe si condanna l’Italia al terzo mondo degli scambi commerciali. Sono molto arrabbiata, ne chiederò conto a Salvini». Il leader della Lega, invece, se ne tiene lontano, prendendo invece posizione sulla zona franca per la Sardegna su cui dentro il governo ci sono perplessità: «Prendo l’impegno che se dopo il voto di domenica ci saranno le condizioni politiche la zona franca si farà». Berlusconi, invece, rilancia la necessità di rafforzare il centrodestra - «l’alleanza è e resta fondamentale» - e spiega la sua idea di una nuova governance europea. «Non ho pensato di portare dentro al Ppe anche la Lega. Ho pensato che la Lega potrebbe essere uno tra gli alleati che il Ppe dovrà trovarsi, abbandonando l’alleanza con la sinistra per riprendere il progetto dei padri fondatori, un progetto che vada verso un’Europa più unita, con un’unica politica estera». Infine il presidente di Forza Italia per la seconda volta in due giorni torna a fare riferimento alla Conferenza Episcopale Italiana. «Gli italiani devono aprire gli occhi. E come ha detto il presidente della Cei dico agli italiani: “svegliatevi!”».

Una citazione che testimonia come si sia riaperto un canale di dialogo forte con il mondo cattolico.

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