Politica estera

Sgarbo tricolore. Dal rosso Lula no ad Ancelotti ct del Brasile

Al compagno Lula l'Italia e gli italiani stanno sullo stomaco. Nel senso vero. Il presidente del Brasile si era lamentato per il cibo servitogli nel pranzo ufficiale con Sergio Mattarella, dicendo di avere mangiato poco e anche male

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Al compagno Lula l'Italia e gli italiani stanno sullo stomaco. Nel senso vero. Il presidente del Brasile si era lamentato per il cibo servitogli nel pranzo ufficiale con Sergio Mattarella, dicendo di avere mangiato poco e anche male. Ma ha voluto insistere e, dialogando in un programma televisivo, ha bocciato, dopo la cucina del Quirinale, anche la scelta di affidare la nazionale verdeoro, cinque volte campione del mondo, a Carlo Ancelotti, con una tesi elegante sia per il professionista allenatore del Real Madrid che per il nostro football: «Ancelotti non ha mai allenato la nazionale italiana e allora lo faccia, risolva i problemi di quella squadra, visto che non sono nemmeno riusciti a qualificarsi per l'ultimo mondiale in Qatar. Io Ancelotti non lo voglio». Detto da un capo di Stato sembra l'ultimo verdetto.

Ancelotti rientra a Madrid domenica dalle vacanze canadesi e dovrà affrontare questioni più pratiche delle paturnie del presidente Lula Ignacio da Silva, il quale, in viaggio verso i settantotto anni dimostra il carattere malmostoso che lo accompagna da sempre, dalle battaglie sindacali e politiche a quelle degli ultimi tempi con il mancato confronto con Zelensky, con voci fastidiose su una involuzione democratica verso l'autoritarismo, secondo usi e costumi di altri presidenti latino americani. Tornando a cose più serie, perché o fucibòl è la cosa più seria del Brasile, il futuro carioca (di Rio) di Carlo Ancelotti potrebbe diventare un caso diplomatico politico, le parole di Lula aprono il dibattito in Brasile, l'ingaggio di un italiano ad insegnare calcio ai depositari dello stesso, provoca battute varie, è come spiegare a Rocco Siffredi i misteri del porno, ma il Brasile tira diritto, la federazione aveva contattato Josè Mourihno e Pep Guardiola che però hanno cortesemente rifiutato l'invito, i pentacampeon non hanno mai saltato la coppa del mondo dalla prima edizione del 1930 in poi ma non vincono il titolo dal 2002 nella finale di Yokohama contro la Germania, due gol di Ronaldo e premio all'arbitro Collina, un italiano sconosciuto a Lula. L'attesa si protrae e ha provocato depressioni e umiliazioni nella torcida, una fra tutte, l'8 luglio del 2014, la batosta 1 a 7 subita contro la Germania, la vergogna ribattezzata Mineirazo (lo stadio Mineirao di Belo Horizonte), una semifinale e un mondiale da dimenticare.

È ora di cambiare. Lula se ne faccia una ragione.

E sappia che Carlo Ancelotti oltre a sapere di fucibòl, ama moltissimo la cucina italiana.

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