Politica internazionale

Da sinistra l'ultima crociata contro l'intesa. "Violato l'articolo 10 della Costituzione"

Schlein: "L'asilo si deve chiedere solamente nel territorio della Repubblica"

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Dai giuristi alle star di Hollywood, dalle opposizioni nel Parlamento italiano alla sinistra in quello di Strasburgo: è un fronte frastagliato e variopinto, quello che denuncia come illegittimo e sbagliato l'accordo Italia-Albania sulla gestione dei migranti.

E che promette di ostacolarlo in ogni sede, a cominciare dal Parlamento italiano: Pd, M5s e il resto del centrosinistra ieri hanno chiesto a gran voce in aula che il governo venga quanto prima a riferire sui contenuti dell'intesa. «In Italia - dice la segretaria dem Elly Schlein - gli accordi internazionali passano per il Parlamento, e per noi è inaccettabile che questo non passi per le aule di Camera e Senato. Non lo fanno perché sanno che viola l'art 10 della Costituzione, per il quale l'asilo si chiede sul territorio della Repubblica».

Schlein non è la sola a sollevare la questione di costituzionalità: «La detenzione di tutti, italiani e stranieri, è tutelata dall'articolo 13 della nostra Carta, che prevede entro 48 ore l'intervento di un giudice - dice il giurista Luca Masera, ordinario di Diritto penale a Brescia, intervistato da Repubblica - Questo come può avvenire in Albania? Mi pare del tutto impossibile». Il rilievo irrita assai il vice-premier Matteo Salvini, che replica via Twitter: «Per qualcuno l'arrivo illegale di immigrati non pone alcun problema, mentre il trasferimento e la gestione del flusso clandestino è incostituzionale: incommentabile».

E c'è chi contesta l'accordo in nome dei diritti umani: l'attrice Cate Blanchett, ambasciatrice per Unhcr, ospite al Parlamento europeo, denuncia - senza citare il caso italiano - come «inefficaci e disumane» le pratiche di «esternalizzazione» della gestione dei migranti: «Uno spreco di miliardi di dollari dei contribuenti per un approccio screditato e ormai in gran parte abbandonato». Il riferimento è al tentativo, abortito, del Regno Unito di spostare i migranti in Ruanda.

L'Ue ha finora reagito con grande cautela all'annuncio del governo Meloni. Anche perché la crescente pressione migratoria sta diventando un problema elettorale per tutti, e diversi paesi pensano a come inasprire le regole o spostare il peso degli arrivi fuori dai confini. Ma dal Parlamento di Bruxelles arriva la dura reprimenda del presidente della Commissione Giustizia, il socialista spagnolo Lopez Aguilar: «Una mossa unilaterale, con il governo di uno Stato terzo, per un piano insostenibile e disordinato» nonché «incompatibile con il diritto europeo».

Il radicale Riccardo Magi accusa: «Un trattato bilaterale che ha la pretesa di estendere la giurisprudenza italiana in territori di altri Paesi non Ue, e che prevede impegni di spesa pubblica, non passerà per il Parlamento? Abbiamo davvero passato il segno». Per il capo 5S Giuseppe Conte si tratta solo di «uno spot elettorale». Mentre il renziano Davide Faraone rileva: «Spenderemo una barca di soldi» per costruire centri in Albania. Poi, se la domanda di asilo sarà accolta, «riporteremo il migrante in Italia».

E «se respinta e non riusciremo a rimpatriarlo, lo riporteremo comunque in Italia».

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