Cronaca internazionale

Sisma e morti a Taiwan: ansia per i sepolti vivi. Aiuto (e minacce) da Xi

Almeno 10 vittime, centinaia di dispersi. La Cina offre supporto. Ma intanto manda aerei e navi contro l'isola

Sisma e morti a Taiwan: ansia per i sepolti vivi. Aiuto (e minacce) da Xi

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Sisma e morti a Taiwan: ansia per i sepolti vivi. Aiuto (e minacce) da Xi

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Il più potente terremoto degli ultimi 25 anni a Taiwan ha raggiunto l'indice 7.4 sulla scala Richter avrebbe potuto provocare distruzioni immense e decine di migliaia di vittime se avesse colpito una delle aree più densamente popolate dell'isola-Stato al largo della Cina. Fortunatamente, però, l'epicentro della scossa che si è verificata alle 8 del mattino di ieri, quando le strade erano già affollate e i bambini si recavano a scuola, è stato registrato in mare, poco al largo della cittadina litoranea di Hualien. Si tratta del capoluogo della provincia meno popolosa di Taiwan, sulla montuosa costa orientale dell'isola. Per questo il bilancio delle vittime accertate è per ora di una decina di morti e poco meno di mille feriti, ai quali si devono aggiungere centinaia di dispersi.

Le immagini e i filmati che arrivano dalla regione colpita rendono comunque l'idea della straordinaria potenza del terremoto e della impressionante devastazione che ne è derivata. Taiwan è piagata da una sismicità altissima, il che fa sì che gli edifici siano costruiti per resistere anche a terremoti distruttivi. A Hualien, però, così come nella limitrofa provincia settentrionale di Yilan, molte case sono crollate, mentre altre sono rimaste integre ma paurosamente inclinate e dovranno quindi essere demolite. Vittime e dispersi, tuttavia, si sono registrati soprattutto fuori città. Le montagne che sovrastano Hualien, infatti, sono famose per la loro selvaggia bellezza e molto frequentate da escursionisti, in particolare il Parco nazionale di Taroko. Per raggiungere queste vallate sono state costruite strade anche molto ardite, che attraversano le montagne con decine di gallerie strette e lunghe in qualche caso diversi chilometri: in diverse di queste, purtroppo, si sono verificati crolli e decine di persone sono rimaste intrappolate.

Se si aggiunge a queste tragiche evenienze il fatto che molte zone di montagna risultano al momento isolate, si comprende che il bilancio delle vittime è destinato a salire. Il sistema di soccorso taiwanese per le calamità naturali, di solito molto efficiente, è supportato dalle forze armate, che hanno però anch'esse subito danni infrastrutturali: proprio a Hualien, infatti, sorge una delle principali basi aeree militari, e alcuni dei moderni caccia F-16 che vi sono ospitati avrebbero riportato danni. Questo avviene, va ricordato, mentre Taiwan è sottoposta a costante pressione anche militare da parte della vicina Cina comunista, il cui presidente Xi Jinping minaccia di annettere l'isola alla Repubblica Popolare con le buone o con le cattive entro pochi anni. Ieri si è dunque verificata una tipica situazione contraddittoria: da una parte Pechino ha offerto a Taiwan aiuto concreto per i soccorsi, ma nelle stesse ore l'isola veniva minacciosamente avvicinata da decine di aerei e navi militari cinesi.

Appena il giorno prima, Xi e Joe Biden avevano avuto un lungo colloquio telefonico in cui la questione taiwanese era stata un tema centrale.

Il presidente americano aveva chiarito che si opporrà a ogni tentativo cinese di mettere l'isola sotto il proprio controllo.

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