Politica

Soda caustica per farla abortire Il fidanzato confessa l'orrore

Donna all'ottavo mese gravissima in ospedale Il compagno ha avvelenato una bottiglia d'acqua

Diana Alfieri

Lesioni gravissime. Con queste motivazioni il pubblico ministero ha disposto il fermo di un uomo di 35 anni dopo che la compagna incinta, che dovrebbe partorire tra qualche settimana, è stata ricoverata in gravissime condizioni all'Ospedale Maggiore di Bologna. La donna, 45 anni, aveva accusato forti dolori dopo aver bevuto da una bottiglia. Ed è stato proprio il compagno, che in un primo momento si era mostrato reticente, ad ammettere alla fine di essere stato lui a versare una sostanza irritante nel bicchiere.

È ancora da definire il movente: ma potrebbe essere legato proprio alla gravidanza. Gli inquirenti stanno valutando se, con quella sostanza, l'uomo avrebbe voluto tentare di far abortire la compagna. È da verificare l'ipotesi che il feto, che comunque non ha avuto conseguenze, abbia delle malformazioni. La donna, di origine toscana, e che abita nella zona residenziale del capoluogo di Valsamoggia, è in prognosi riservata.

L'episodio risale a martedì scorso quando la futura mamma avrebbe iniziato a star male dopo aver ingerito un sorso di bibita gassata. Scatta l'intervento dell'ambulanza e dopo un breve passaggio dall'ospedale Dossetti di Bazzano la donna viene trasportata d'urgenza a Bologna. All'Ospedale Maggiore i medici si rendono subito conto che le condizioni di salute della signora sono molto più gravi di quanto sembrasse in un primo momento. Lesioni all'esofago e allo stomaco, come se avesse bevuto soda caustica o qualcosa di simile. Immediato il ricovero in Rianimazione dove i medici da giorni stanno facendo di tutto per salvare la donna, prossima al parto, e il piccolo che porta in grembo.

La macchina investigativa si è mossa dopo la segnalazione dell'ospedale, come da prassi. I carabinieri hanno immediatamente raccolto la testimonianza dei medici e del convivente della donna il quale avrebbe spiegato come tutto sia accaduto dopo che la 45enne ha bevuto un sorso della bibita da una bottiglietta di plastica (da mezzo litro) acquistata in una confezione da quattro al supermercato vicino casa.

I carabinieri hanno quindi sequestrato sia la bottiglia aperta che le altre ancora sigillate per tentare di scoprire la fonte di avvelenamento e cercare le tracce del liquido corrosivo.

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