Cronache

Soldi ai bravi e non ai poveri. E il merito fa ricca l'università

Alla Bicocca di Milano il nuovo sistema di assegnazione degli incentivi agli studenti non si cura del reddito. Così nell'ateneo cala il tasso di abbandono

Soldi ai bravi e non ai poveri. E il merito fa ricca l'università

Milano - Non per censo, ma per merito. Il nuovo sistema di assegnazione degli incentivi allo studio avviato dall'università Bicocca (per la prima volta non viene considerato il reddito ma solo il rendimento scolastico) funziona anche dal punto di vista economico: per ogni euro speso, 300mila in tutto dall'avvio della sperimentazione, ne sono entrati 4 in nuove iscrizioni, 1,2 milioni in tutto. Il dato emerge da una prima analisi a poco meno di due anni dal lancio dell'iniziativa «Crediti di Merito».

Come spiegano dall'ateneo, investire sul merito ha inciso sul tasso di abbandono dopo il primo anno: nel 2014/15 per le lauree triennali e magistrali a ciclo unico si è attestato al 18 per cento contro il 24 dell'anno precedente. «Le iscrizioni agli anni successivi al primo per i corsi di laurea e laurea magistrale a ciclo unico - precisano dalla Bicocca - sono aumentate di circa il 3 per centro dall'anno accademico 2014/15 all'anno accademico 2015/16. Vale a dire circa mille studenti per un incasso medio per l'Ateneo di 1,2 milioni, oltre il quadruplo rispetto a quanto investito».

«Questo indice dice Paolo Cherubini, prorettore vicario e alla didattica dell'Università di Milano-Bicocca ci incoraggia a pensare che grazie ai crediti di merito molti più studenti si sono iscritti al successivo anno accademico nel nostro Ateneo invece di abbandonare».

E il sistema funziona anche per chi si laurea in corso nelle triennali o nelle lauree a ciclo unico, come confermano i dati: su un totale di 6500 iscritti ai corsi di laurea e laurea magistrale a ciclo unico, 652 studenti, pari al 10 per cento degli iscritti, ha ottenuto i crediti di merito, per un totale di 1303 crediti corrispondenti a 162.875 euro. E si va dal massimo di 4500 euro totali ricevuti da 142 studenti, al minimo di 1 incassato da 285 giovani. Sul fronte dei laureati, su 3049, l'11 per cento, 342 in numeri assoluti, ha ottenuto i crediti di merito con votazione 105 o superiore, per una spesa complessiva di 143.705 euro.

«Credo che questa iniziativa sia un bello stimolo per gli studenti perché in questo modo possono avere una conseguenza diretta del loro impegno - commenta Cristina Messa, rettore della Bicocca - ed è chiaro che abbiamo potuto metterlo in pratica perché abbiamo coperto tutte le borse di studio previste dalle agevolazioni di diritto allo studio, tutelando così gli studenti che hanno una combinazione di merito e reddito scarso, poi abbiamo anche avviato una campagna sul merito perché riteniamo che i due aspetti possano convivere». I «buoni» (se ne possono accumulare al massimo quattro), sono attribuiti sulla base dei risultati raggiunti: bisogna aver ottenuto i crediti formativi previsti per l'anno in corso e una media superiore almeno al 27, o un punteggio di laurea dal 105 in poi. E possono essere spesi entro due anni: o per ottenere uno sconto sulla tassa di iscrizione all'anno successivo o a un master, se già laureato, oppure in aggiunta alla borsa Erasmus per trascorrere un periodo all'estero, per comprare libri di studio o iscriversi a corsi di lingua o per avere rimborsi parziali degli abbonamenti al trasporto locale.

«I crediti di merito aggiunge Cherubini sono efficaci perché non mettono in competizione gli studenti fra loro, ma privilegiano la competizione con se stessi. Questa iniziativa non ha un aspetto elitario ma inclusivo, perché premia tutti coloro che sono capaci di raggiungere l'obiettivo, stimolandoli ad andare meglio.

Siamo contenti per i mille premiati, ma lo siamo ancora di più per tutti quelli che si sono messi in gara impegnandosi per prendere i crediti di merito migliorando la qualità di studio».

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