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Sorrisi e abbracci con Conte Ma Macron "bastona" Salvini

Vertice a vuoto, niente impegni precisi nel pranzo all'Eliseo I siluri sul vice premier: «Io tratto con i capi di governo»

Sorrisi e abbracci con Conte Ma Macron "bastona" Salvini

Q uando non c'è nulla di preciso su cui decidere l'intesa non può essere che perfetta. E con un'«intesa perfetta» - parole di Conte - s'è concluso il pranzo di lavoro all'Eliseo tra il nostro premier e il presidente francese Emmanuel Macron. Un pranzo in cui i due hanno smussato l'aspro scontro sul caso Aquarius mettendo sul tavolo una manciata di belle idee, ma guardandosi bene dall'assumere precisi impegni comuni. In compenso Macron non ha risparmiato le fiocinate al vice premier italiano Matteo Salvini sotto gli occhi dolci di un Conte intento a sorridergli amabilmente («L'amico Emmanuel»). Certo Macron e Conte sono d'accordo su due grandi questioni di principio. La prima è la necessità di riscrivere il trattato di Dublino, ovvero la maledizione che condanna l'Italia a tenersi tutti i migranti arrivati sul suo territorio. «Il regolamento di Dublino - sottolinea Conte - deve cambiare. L'Italia è contraria e sta preparando una proposta propria che non vede l'ora di condividere con gli altri partner, in vista di formalizzarla alla prossima presidenza Ue austriaca». La seconda idea condivisa riguarda l'inadeguatezza delle strategie di contenimento dei migranti irregolari e la necessità di prevenirne l'arrivo aprendo centri di identificazione e registrazione nei paesi di transito, come Libia e Niger, e nei Paesi d'origine. «Servono ricorda Conte - centri di protezione europei nei Paesi di origine e di transito per accelerare identificazione e richieste di asilo».

Propositi e progetti su cui è difficile dissentire, ma che Macron e Conte non spiegano come tradurranno in realtà. E su cui sono necessari molti chiarimenti. A partire dal boicottaggio della nostra missione militare in Niger bloccata in seguito alle pressioni dell'Eliseo nonostante resti essenziale per contenere i flussi migratori. Ma forse proprio questo è l'elemento dirimente. Conte non avanza proposte concrete perché non sa cosa i suoi datori di lavoro, ovvero Salvini e Di Maio, vogliano veramente. Se auspichino un riavvicinamento anche politico con l'Eliseo o preferiscano una semplice ricucitura diplomatica in vista di accordi su quell'asse RomaVienna-Berlino evocato dal premier austriaco Sebastian Kurz. Un asse che, per ora, fa venire l'orticaria al presidente francese. «Diffido di queste formule, che non ci hanno mai portato fortuna nella storia» replica quando un giornalista gli chiede un parere sui rapporti tra Salvini, il suo omologo tedesco Horst Seehofer e il premier austriaco. «Sono un democratico - aggiunge - cui preme la sovranità dei popoli e delle norme. Un Paese ha dei capi di Stato e di governo, l'Italia ha un capo di governo. Se i Paesi si mettono d'accordo è a questo livello, è quello che prevedono le nostre Costituzioni». Di Salvini, Macron non vuole neppure sentir parlare.

Un'insofferenza subito ricambiata. Salvini a breve giro di posta ricorda di non voler «prendere lezioni dal governo francese» e sottolinea che «quanto a solidarietà gli italiani non hanno niente da imparare da nessuno». Un'insofferenza reciproca destinata a pesare visto che la proposta di riforma del trattato di Dublino promessa da Conte sarà quasi sicuramente figlia del Salvini-pensiero. Ma su cosa si articolerà? «Bisogna spiega Conte - ripensare il concetto di stato di primo ingresso. Chi mette piede in Italia mette piede in Europa». In quelle parole si legge l'intenzione d'introdurre un diritto d'asilo europeo ovvero, una procedura unica per tutta l'Unione che consenta il passaggio in altri Paesi di chi sbarca in Italia. Ma come vanificare l'inevitabile «niet» dei Paesi dell'Est? Forse proprio con la creazione in Libia e altrove di campi di raccolta guardati dalla polizia europea di Frontex. Campi che consentirebbero di rispedire preventivamente ai Paesi d'origine quei migranti irregolari che oggi rappresentano il 90 per cento di quelli sbarcati in Italia. Ma per ora si tratta solo di idee che né Macron, né Conte sanno come trasformare in fatti. E sull'economia va anche peggio visto il fumoso accenno di Conte al «rafforzamento della governance economica dell'Ue» e «alle modalità su cui procedere in questo percorso».

Più un responso da sibilla cumana che un vero programma.

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