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Sprecati 13 miliardi. Con un Reddito light il Ponte sullo Stretto oggi sarebbe già funzionante

Da domani circa 500mila nuclei familiari non percepiranno più il reddito di cittadinanza

Sprecati 13 miliardi. Con un Reddito light il Ponte sullo Stretto oggi sarebbe già funzionante

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Da domani circa 500mila nuclei familiari non percepiranno più il reddito di cittadinanza. Esso rimarrà in vigore fino a fine anno per circa 600mila famiglie con Isee inferiore a 9.360 con minori, disabili e over 60 a carico. Dal primo gennaio 2024 i nuclei aventi le stesse caratteristiche ma con Isee inferiore a 7.200 euro accederanno all'assegno di inclusione che avrà le stesse caratteristiche del reddito ma durata limitata a 18 mesi.

Le polemiche di Pd, M5s e Cgil, che hanno fortemente criticato lo stop al sussidio, non tengono conto dei circa 35 miliardi che saranno spesi per la misura dall'introduzione nell'aprile 2019 fino all'esaurimento di fine anno. Considerati i circa 9 miliardi annui finora impegnati, non aveva torto Matteo Salvini nell'affermare che «il Ponte sullo Stretto (10 miliardi la spesa minima) costa quanto un anno di reddito».

La riforma del governo attuata con il dl Lavoro affronta drasticamente un problema: eliminare un sussidio indebito per chi è in grado di lavorare. In base alle statistiche dell'Anpal e dell'Osservatorio Inps, su oltre 2 milioni di soggetti coinvolti dal reddito circa 670mila, cioè un terzo del totale, sono in grado di svolgere un'occupazione (e in 100mila già risultano titolari di una posizione). Dunque su 35 miliardi spesi si può affermare che circa 12 miliardi siano stati devoluti a soggetti che in qualche modo erano in grado di collocarsi. E non è un caso che le nuove politiche di sostegno costino 5,3 miliardi annui, ossia proprio un terzo in meno di quanto si spende adesso.

Restringendo la platea, diminuisce anche la possibilità di frodi. Nei primi 5 mesi del 2023 sono stati truffati 42 milioni secondo i dati della Guardia di Finanza, un dato in notevole calo rispetto ai 288 milioni (di cui 111 milioni riscossi) dello stesso periodo del 2022. Estrapolando questi dati, si può presumere che sia stato abbondantemente superato il miliardo di euro di benefici percepiti, come testimoniato dall'Uif che ha scoperto alcuni titolari del reddito risultavano esercenti di attività che hanno frodato i fondi Pnrr.

L'elenco dei «furbetti» è lunghissimo. Basta ricordare solo gli episodi più recenti: la truffa da 15 milioni di Napoli tra 2021 e 2022, quella da 1,3 milioni a Reggio Calabria e i 200mila euro «distratti» da un Caf a Roma. Poi il riciclaggio di 465mila euro a Bari e i sussidi erogati a condannati per reati di mafia, Non sono mancati poi i beneficiari condannati per omicidio come Pietro Maso e i fratelli Bianchi che uccisero il giovane Willy Monteiro. Insomma, con tutte queste risorse devolute improvvidamente (almeno 13 miliardi di euro) il Ponte sullo Stretto si sarebbe davvero potuto costruire.

Se il premier Giorgia Meloni, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e il titolare del Lavoro Marina Calderone sembrano aver intrapreso la strada giusta, la vera sfida sarà ora far partire davvero le politiche attive. Il reddito di cittadinanza ha consentito di attivare una percentuale molto bassa di percettori (tra il 5 e il 6%, ossia la metà di quelli che hanno sottoscritto un patto per il lavoro). È stato un fallimento dei Centri per il lavoro pubblici e del collocamento gestito su base regionale che si è trovato anche a gestire i programmi Gol connessi a ReactEu e al Pnrr. Da settembre sarà attiva la prestazione di accompagnamento (che da gennaio diventerà garanzia di attivazione), ossia 350 euro più 280 euro per l'affitto per coloro che sottoscrivono il patto. Il sistema finora non ha funzionato e bisognerà comunque attendere la predisposizione di una piattaforma per far incontrare domande e offerta (senza contare le carenze della formazione).

Ecco perché il governo starebbe comunque pensando di erogare la prestazione in anticipo per le persone tra 18 e 59 anni destinatarie della misura.

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