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Stagisti Onu in rivolta: "schiavi" di Ban Ki-moon costretti a lavorare gratis

In una lettera al segretario delle Nazioni Unite chiedono di vedersi riconoscere quei diritti sanciti dallo statuto stesso dell'organizzazione

Stagisti Onu in rivolta: "schiavi" di Ban Ki-moon costretti a lavorare gratis

«Stagisti di tutto il mondo unitevi», contro le Nazioni Unite: è il nuovo grido di battaglia. Migliaia di giovani, che lavorano gratis per il carrozzone Onu, sono sul piede di guerra e hanno scritto un accorato appello al segretario generale Ban Ki-moon.

Lo scandalo è esploso con la storia di David Hyde, un ventiduenne della Nuova Zelanda, finito a dormire sotto una tenda a Ginevra, dopo aver ottenuto uno stage all'Onu. L'aspetto assurdo è che le Nazioni Unite si battono per statuto contro ingiustizie e diseguaglianze, anche sul lavoro, compreso il diritto al salario minimo.

«Ogni persona (…) ha diritto ad una giusta retribuzione» e ancora ogni lavoratore «ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui e alla sua famiglia un'esistenza conforme alla dignità umana». Non proprio quello che è capitato allo stagista neozelandese presso i palazzoni dell'Onu sul lago di Ginevra.

I virgolettati riportati nella lettera a Ban Ki-moon sono estrapolati dall'articolo 23 della Dichiarazione universale dei diritti umani. I firmatari che lavorano gratis all'Onu, per periodi da due a sei mesi, non hanno dubbi: «Crediamo che gli stagisti non debbano ricevere solo un'esperienza formativa, ma anche il necessario supporto finanziario», dicono. La richiesta è semplice: «Desideriamo allineare le condizioni di lavoro degli stagisti (…) ai valori delle Nazioni Unite».

Nonostante le belle dichiarazioni d'intenti dell'Onu, che vorrebbe concedere spazio ai candidati dai paesi più poveri, dal 2009 appena il 40per cento degli stagisti proviene da paesi in via di sviluppo e solo il 5 per cento dalle Nazioni ultime in classifica. Il motivo è che in molti casi solo le famiglie abbienti possono permettersi di pagare l'internato ai propri figli. «La maggior parte degli stagisti viene impiegata a Ginevra e New York riconosciute dalle Nazioni Unite come due delle città più costose del mondo», fanno notare i firmatari della lettera al segretario generale.

Gli ultimi dati disponibili per il biennio 2012-2013 dimostrano che l'Onu ha utilizzato 4018 stagisti (68% di donne).

Fino a pochi anni fa pure l'Organizzazione internazionale del lavoro, collegata alle Nazioni Unite, sfruttava gli stagisti gratuitamente. Poi è saltato fuori che uno di loro dormiva negli scantinati e sono stati previsti i rimborsi. «Non mi sorprende. Riceviamo telefonate e mail disperate degli stagisti che chiedono divani, materassi gonfiabili e giusto un posto dove stare», dichiara Sabine Matsheka, del Botswana, che li rappresenta a Ginevra. Nella città svizzera sono stati visti giovani con il tesserino dell'Onu, che dormivano come barboni in stazione. Per il periodo base di 2-3 mesi bisogna mettere nel conto fra i 9mila ed i 18mila euro di spese, a seconda della sede.

Il neozelandese Hyde, dopo soli nove giorni di lavoro all'Onu, è finito a vivere sotto una tenda a Ginevra, come un migrante qualunque, piantata, non a caso, vicino al club delle Nazioni Unite. Proprio lui ha lanciato il grido di battaglia: «Stagisti di tutto il mondo uniamoci per riconoscere il nostro valore e i nostri diritti».

Sul sito dell'Onu l'opportunità di lavorare gratis è rivolta soprattutto ai laureati e viene presentata come un sogno. «Se pensi di entrare nel mondo della diplomazia un'internato all'Onu potrebbe essere l'ideale», si legge. Subito dopo le belle parole viene specificato che non è previsto alcun rimborso «per il lavoro, il viaggio, l'assicurazione, l'assistenza sanitaria, l'alloggio e le spese quotidiane». Una specie di decalogo dello stagista «schiavo», comunque accettato da molti giovani nella speranza di un lavoro alle Nazioni unite, che si aggiunge a uno scandalo dello scorso anno.

L'Onu ha dovuto negare qualsiasi collegamento con un sito che metteva all'asta un posto da stagista per circa 20mila euro.

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