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"Stampa di regime", poi candidano 13 giornalisti

Non solo Annunziata, Tarquinio, Ruotolo e Cecchi Paone. Il centrosinistra pesca nel mondo dell'informazione

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Mentre gridavano al giornalismo di regime li irreggimentavano tutti. O quasi. Insomma, ne candidavano parecchi. Se ne contano tredici, per limitare la ricerca ai nomi più o meno noti. Poi ci sono gli scrittori, i vignettisti. La cosa che hanno in comune è che sono stati schierati nelle liste della variopinta galassia di centrosinistra. Per la sinistra la libertà di stampa è un'emergenza. I giornalisti sarebbero quasi totalmente a servizio della premier Giorgia Meloni. Gli altri infatti sono tutti candidati con l'opposizione. A primeggiare è il Pd. Che ha inserito nelle liste per le elezioni europee tre personaggi molto conosciuti. Lucia Annunziata, innanzitutto. L'ex conduttrice Rai sarà capolista nella circoscrizione Sud. A maggio 2023 Annunziata ha lasciato il servizio pubblico, in polemica con le scelte del governo Meloni. La notizia della sua candidatura girava da mesi. Lei ha sempre smentito con forza ogni ipotesi di corsa con il Pd. Poi l'ufficialità della discesa in campo. Continua a far discutere, dentro e fuori il partito, l'investitura di Marco Tarquinio, in lizza per un seggio nel collegio dell'Italia centrale. L'ex direttore di Avvenire, battagliero pacifista, fa storcere il naso alla componente atlantista e filo-Ucraina del Pd. Eppure Elly Schlein l'ha voluto fortemente nella sua squadra. Come Sandro Ruotolo, anche lui candidato al Sud. Lo storico inviato di Michele Santoro ha fatto una scelta diversa rispetto al suo pigmalione. Santoro per l'occasione ha fondato un movimento, che si chiama Pace, Terra, Dignità. L'ex teletribuno guiderà le liste al Centro e al Sud. Con Santoro c'è l'ex giornalista di Repubblica Fiammetta Cucurnia. Completano il quadro del Pd Donatella Alfonso (giornalista e scrittrice), l'ex cronista parlamentare Teresa Bartoli e la vicecaporedattrice del Tgr Rai della Sicilia Lidia Tilotta.

Con Stati Uniti d'Europa di Emma Bonino e Matteo Renzi ci sono il radicale Marco Taradash, Alessandro Cecchi Paone e Eric Jozsef, corrispondente da Roma di Libération. Azione di Carlo Calenda ha puntato sulla giornalista ucraina Natalya Kudryk. Verdi e Sinistra schierano tre freelance. Il M5s ha voluto Gaetano Pedullà, che per candidarsi ha lasciato la direzione del giornale La Notizia.

Poi ci sono gli altri, che non sono giornalisti ma restano volti noti dei media. Come il vignettista Vauro Senesi e lo scrittore e insegnante Christian Raimo, rispettivamente in campo con Santoro e Avs. Con Pace Terra e Dignità c'è Raniero La Valle, prestato da tempo alla politica, ma direttore dell'Avvenire d'Italia negli anni '60. Anche Sabrina Pignedoli, uscente e capolista M5s al Nord Est, è una cronista passata alla politica da ormai cinque anni. Non manca qualche sparuto giornalista nelle liste del centrodestra.

Una minoranza netta rispetto a chi denuncia la mancanza di libertà di stampa.

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