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La stangata servita in tazzina. Sul caffè 720 milioni di rincari

Denuncia di Assoutenti: al bar aumenti dell'11,5% in 2 anni. A Bolzano e Trento si paga di più, Messina la più economica

La stangata servita in tazzina. Sul caffè 720 milioni di rincari

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Irrinunciabile. Anche quando buono buono non è, anche quando te lo servono bruciato e con quella punta di acido che ti solletica fin sopra la scatola cranica. Ma che ci vuoi fare, è pur sempre caffè. E scandisce le pause della nostra giornata meglio di una sigaretta, costi quel che costi.

Che sarà mai qualche centesimo in più? Eppure, tazzina dopo tazzina, monetina dopo monetina, abbiamo bevuto 6 miliardi di espresso e speso 720 milioni di euro in più rispetto al 2021. Certo, nel 2021 si usciva di meno, per un po' non potevamo nemmeno stare appoggiati al bancone del bar e la mascherina rendeva il retrogusto un po' meno piacevole. Ma non c'è dubbio che negli ultimi mesi abbiamo recuperato alla grande, tornando alle vecchie abitudini.

L'Italia caffettara è quella in cui il caro prezzi è stato più tosto rispetto agli altri paesi. Lo denuncia Assoutenti, che ha realizzato un'indagine per capire come sia cambiato negli ultimi due anni il prezzo dell'espresso, quali siano le città che hanno i listini più salati e dove si registrino i rincari più sostanziosi.

Rispetto a due anni fa, il caffè consumato al bar costa mediamente l'11,5% in più, con l'espresso che è passato da una media nazionale di 1,04 euro del 2021 agli attuali 1,16 euro. Solo nei bar di tre città italiane, Catanzaro, Reggio Calabria e Messina, si può ancora consumatore un espresso a prezzi inferiori a 1 euro a tazzina, mentre in ben 22 province i listini superano quota 1,20 euro. Il caffè più «salato» è quello di Bolzano, con una media di 1,34 euro a tazzina, seguita da Trento (1,31 euro), Belluno (1,28 euro), Padova (1,27 euro), Udine (1,26 euro) e Trieste (1,25 euro). La città più economica risulta Messina, con 0,95 euro ad espresso. Tuttavia - rileva Assoutenti - sono proprio le città calabresi quelle che registrano i rincari dei prezzi più pesanti: stando ai dati ufficiali forniti dal Mimit, a Cosenza il caffè al bar è aumentato addirittura del 36,4%, passando una media di 0,88 euro del 2021 agli attuali 1,20 euro.

A Catanzaro il prezzo sale in due anni da 0,80 a 0,99 euro, facendo segnare un +23,8%. A Pescara gli aumenti sono in media del 22% (da 1 a 1,22 euro), +20,9% a Bari, +19,5% a Palermo. Bergamo, Ascoli Piceno, Trento e Siracusa registrano rincari attorno al +16%. La città che invece ha aumentato di meno i prezzi del caffè negli ultimi due anni è Aosta: +2,9%, da 1,05 euro a 1,08 euro. Seguono Lucca (+3,6%) e Cagliari (+3,8%).

Il giro d'affari per l'espresso passa dai 6,24 miliardi di euro di due anni fa ai quasi 7 miliardi di euro del 2023.

Ma cosa c'è dietro l'aumento del costo del caffè?

«Prima il caro-bollette che ha portato ad una impennata dei costi per i pubblici esercizi, poi i rincari delle materie prime spinti dalla guerra in Ucraina hanno determinato sensibili aumenti per le consumazioni nei bar italiani - spiega il vicepresidente di Assoutenti Gabriele Melluso - Incrementi che non sono rientrati nonostante la fine dell'emergenza energetica e quotazioni del caffè meno proibitive».

«L'aumento - replica la Fipe Confcommercio, federazione dei pubblici esercizi - è stato in media del 4,6%, ben al di sotto del tasso di inflazione medio che ad aprile era del 7,6%».

Vabbè, resta pur sempre una spesa che ci possiamo permettere, un vizio a cui non rinunciamo certo per qualche centesimo di rincaro (che è più la scocciatura di cercare le monetine nel portafoglio che altro). E poi non ci sono mica solo i bar dove te lo servono bruciato. Ogni tanto spuntano caffetterie napoletane in cui saresti disposto a pagare la tazzuriella anche 2 euro.

Ma forse è meglio non dirlo ad alta voce.

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