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Lo Stato risarcisca le vittime dei clandestini

Meloni: "I cittadini che hanno patito i danni dello svuotacarceri vanno tutelati"

Lo Stato risarcisca le vittime dei clandestini

Roma - Lo Stato deve concorrere (insieme al condannato) a risarcire le vittime dei crimini commessi da chi è stato rimesso in libertà a seguito del cosiddetto svuotacarceri e anche da immigrati clandestini. L'idea è di Fratelli d'Italia, inserita in una proposta di legge illustrata ieri dal presidente del Partito Giorgia Meloni, Ignazio La Russa ed Edmondo Cirielli, responsabile del Dipartimento Giustizia di FdI. «La ragione è semplice - spiegano i deputati - se una persona che commette reato è stata beneficiata dallo Stato uscendo prima invece di restare in carcere a scontare tutta la sua pena, o addirittura se quella persona non doveva essere presente sul territorio nazionale, lo Stato è corresponsabile dei danni subiti dalle sue vittime». Su questa e altre proposte che riguardano la sicurezza, Fdi si dice pronta a «sfidare il governo con proposte serie e concrete». La sicurezza «è una priorità - hanno spiegato Meloni e La Russa - precondizione a tutte le altre libertà». Il governo va invece in direzione opposta, spiegano gli esponenti di Fratelli d'Italia. L'abolizione del reato di clandestinità è stata solo rinviata. Per Meloni resta «una follia», visto che il «30% dei detenuti nelle nostre carceri sono immigrati». L'idea del partito della destra è di mettere in piedi un meccanismo che va in direzione opposta, «attraverso cui legare il permesso di soggiorno alla possibilità di far rimpatriare quegli immigrati ai quali è stata inflitta una pena».Il partito propone anche di adottare misure d'urgenza nel caso in cui l'Austria reintroduca i controlli alle frontiere e quindi la sospensione del trattato di Schengen: «anche l'Italia dovrà fare altrettanto chiudendo il confine con la Slovenia. Il rischio concreto è che, oltre a dover ricevere tutti coloro (in massima parte clandestini) che arrivano attraverso il Mediterraneo, anche la rotta balcanica venga dirottata in gran parte verso il nostro confine orientale».

Poi un giro di vite sui centri islamici, con la previsione di consentire «solo sermoni in italiano», spiega La Russa e una stretta anche sul fronte delle politiche per i nomadi. AnS

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