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"Stavo per dire la verità". Quel fuorionda di Renzi che non scappa a Striscia

Il leader di Italia Viva viene intervistato dal Tg5 e si lascia andare nei fuorionda, parlando dell'inchiesta su Open e commentando l'attacco subito dal Guardasigilli Bonafede

"Stavo per dire la verità". Quel fuorionda di Renzi che non scappa a Striscia

"No, stavo per dire la verità, ma non si può dire…". Un fuorionda quanto mai sibillino, questo di Matteo Renzi, che non è scappato all’orecchio attento di Striscia la Notizia. Il tutto accade in occasione di un'intervista del fondatore e leader di Italia Viva ai microfoni del Tg5. Un’intervista “complicata”, visto che lex presidente del Consiglio si impappina più volte nel rispondere alle domande del giornalista.

"A cosa serviva la fondazione Open?", il primo quesito e il rottamatore parte in quarta rispondendo secco: "A finanziare in modo trasparente, evidente a tutti, lecito e onesto una manifestazione che si chiama Stazione Leopolda", poi, però si inceppa. Dunque, riprende: "Perché abbiamo abolito il finanziamento pubblico ai partiti e quindi c'è il finanziamento privato, non si deve essere ipocriti". E si impappina ancora: "Rifacciamo, dai…". Quindi, riparte. "Siccome sono un cittadino, che ha deciso di denunciare delle persone – a denunciare proprio il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio – mi sono rivolto proprio a quei giudici, al dottor Creazzo, chiedendo in primis perché non mi state…no, perché non mi state no, perché stavo per dire la verità ma non si può dire…".

Ecco qua il"giallo"nel fuorionda svelato da Striscia. Cosa avrà voluto dire l'ex premier? Che, a seguire, continua così, questa volta senza impappinarsi: "Io mi fido del dottor Creazzo e a lui è dato il compito, ad esempio di aprire, o meno una procedura di diffamazione a carico di Marco Travaglio, che ha scritto cose false sulla mia persona. Quindi, figuriamoci se io non mi fido del dottor Creazzo, aprirà sicuramente un provvedimento. Ecco, forse saranno altri a non fidarsi…".

"Per il ministro Bonafede le sue parole sono un attacco alla magistratura", l'intervento del cronista al quale l'ex sindaco di Firenze replica così: "Il ministro Alfonso Bonafede non sa di che cosa sta parlando. Talvolta gli capita…io ha grandissimo rispetto per i magistrati…". Poi, però, a telecamera abbassata, cambia i toni: "Bonafede non sa di cosa stimo parlando come spesso gli capita. Questa è la frase, non ho detto 'sempre', ma in realtà la vera frase da dire è che…". "Che non capisce un c...". gli suggerisce il giornalista del telegiornale, e Matteo Renzi chiosa così: "Questo non lo posso dire, però diciamo che...

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