Politica

Storace: "Con la Meloni per un grande partito di destra"

Storace: "Alle Regionali sosterrò Fratelli d'Italia, dividersi non ha più senso"

Storace: "Con la Meloni per un grande partito di destra"

Roma - Onorevole Francesco Storace, chi appoggerà La Destra alle Regionali?

«Al Comitato Centrale, il 19 aprile, proporrò di condurre la campagna elettorale al fianco di Fratelli d'Italia. L'auspicio è quello di aprire la strada verso la creazione di un soggetto rappresentativo di tutta la nostra comunità».

Punta al superamento di Fratelli d'Italia?

«Non penso questo, ragioneremo alla luce dei risultati. I sondaggi indicano un risveglio di interesse verso FdI. Se ci si lavora ritengo si possano superare i problemi che ne hanno frenato la crescita».

Perché oggi può diventare possibile quella riunificazione della destra fallita in passato?

«Perché c'è consapevolezza che non ha più senso litigare. Così come intristisce un panorama parlamentare in cui quelli che un tempo ebbero la tessera di An sono veramente pochi. Sette anni fa di fronte al Pdl feci una scelta di libertà che mi ha portato fuori dal Parlamento. Ma il Parlamento non mi manca, mi manca un progetto comune».

Giorgia Meloni può essere la figura cardine per questo rilancio della destra italiana?

«Giorgia Meloni si è ormai affermata come leader, anche attraverso la capacità di innovazione sui temi. Da lei può partire un progetto affascinante per il futuro. Continuare a puntare su figure da 30 anni in Parlamento non ha più senso. Cosa possono avere ancora da dire?».

Lei crede nella selezione «anagrafica»?

«No. La nostra generazione iniziò a fare politica presto, diventammo ministri relativamente in giovane età. Oggi però vedo quarantenni che si autodefiniscono giovanissimi, si fanno eleggere dal partito e poi finiscono a fare anticamera dalla Lega. Credo più nella serietà e nella competenza che nel dato anagrafico».

La questione del tesoretto della Fondazione An è un tema dirimente?

«No. Non faccio parte della Fondazione e ritengo sbagliata la polemica sul tesoretto. Servono idee. Se ci sono le idee, i soldi arrivano».

Meglio distinguersi da Salvini o lavorare con lui?

«Io ho fatto il ministro con la Lega di Bossi, mi chiedo perché adesso dovrei menare su Salvini. Inoltre registro un po' di confusione in chi oggi nel centrodestra esulta per la vittoria di Sarkozy e demonizza quel 25% dei francesi che ha scelto Marine Le Pen. Sarkozy è lo stesso che ha bombardato Gheddafi e fatto le risatine su Berlusconi».

Forza Italia sembra intenzionata a puntare su Marchini per riconquistare Roma.

«Fi dovrebbe fare chiarezza dentro se stessa e chiedersi se è un partito di centrodestra o una formazione neocentrista. A Roma non è andato a votare il 50% degli elettori. Tanti nostri simpatizzanti chiedono candidati coraggiosi, capaci anche di radicalità. Io credo serva una democraticissima rivoluzione.

Con chi la facciamo la rivoluzione, con Marchini?».

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