Politica

Lo strappo di De Masi Il sociologo passa a Leu (dopo gli incassi M5s)

Il teorico del «lavoro gratis» molla i grillini da cui aveva avuto 52mila euro per una ricerca

Lo strappo di De Masi Il sociologo passa a Leu (dopo gli incassi M5s)

D al Movimento cinque stelle a Liberi e uguali. Domenico De Masi, professore di Sociologia del Lavoro salito alla ribalta delle cronache politiche come ascoltato «suggeritore» dei grillini sui temi dell'occupazione, è entrato a far parte del comitato promotore di Leu, che dopo la riunione di ieri si avvia a diventare un vero e proprio partito. Accanto al docente ci saranno Pietro Grasso, Laura Boldrini, Roberto Speranza. Il teorico del «lavorare gratis, lavorare tutti» si definisce da sempre «di sinistra» e all'Ansa ha detto: «Cerco la sinistra dove spero di trovarla, con la stessa curiosità che mi spinse a cercare nei Cinque stelle». De Masi si era allontanato dall'universo pentastellato dopo l'alleanza tra la Lega e i grillini e ha spiegato: «Ho accettato l'invito di Pietro Grasso perché voglio ascoltare e capire con chi mi sento in sintonia e che contributo posso dare».

Il suo nome era finito al centro delle polemiche per i compensi ricevuti dal M5s per le sue ricerche messe a disposizione dei parlamentari. In particolare, nel 2016 il gruppo alla Camera aveva sborsato 52.655 euro per lo studio «Lavoro 2025». Invece nel bilancio pentastellato di Montecitorio del 2017 si legge: «Tra le spese più significative assumono particolare rilievo i costi sostenuti per due distinte attività di ricerca commissionate al Prof. De Masi». Un aumento della spesa rispetto all'anno precedente, pur senza specificazioni di importo, con due studi stavolta: uno sulla cultura e uno sul turismo.

Il professore, raggiunto al telefono dal Giornale, specifica: «Quei soldi non sono andati tutti a me, ma mi sono avvalso di uno staff di 14 persone». Poi fornisce maggiori dettagli sul suo nuovo ruolo all'interno di Liberi e uguali: «Come tutti sanno, io sono di sinistra e con piacere ho accettato la proposta di un partito che è certamente di sinistra, ma non farò la tessera di Leu, non ho mai avuto incarichi di partito». Allora cosa farà De Masi con Grasso e la Boldrini? «Come con i Cinque Stelle sarò un consulente e darò il mio contributo alla scrittura del programma sui temi del lavoro, perché questo è il mio mestiere, non sono mai stato grillino, ma solo demasiano». Tra le priorità di De Masi c'è l'abbassamento dell'orario di lavoro, da coniugare con l'aumento della produttività. Mentre «la sinistra in questi anni ha preferito il neoliberismo economico». E non va bene neppure il decreto dignità di Di Maio, nei giorni scorsi bollato dal docente come «un timidissimo tentativo di contrastare il Jobs Act, bastato per scatenare l'ira della destra». Lavorare gratis, lavorare tutti, come da tradizione del grillismo «di sinistra» pro-decrescita felice.

Esperienza non rinnegata dal «consulente-professore». Che con il Giornale parla di altre circostanze del «divorzio» con i grillini: «Io ancora sono in buoni rapporti con alcuni esponenti del Movimento con i quali ho lavorato molto bene, ho anche contatti con Di Maio e Di Battista». Ma l'accordo con la Lega non va giù: «Politicamente sono vicino a quel pezzo di sinistra del Movimento cinque stelle che comunque c'è, ma che Renzi non ha voluto valorizzare, dicendo subito di no a questo tipo di dialogo».

Un ragionamento che ora potrebbe partire dalla tolda di Leu, con un Pd in attesa perenne della resa dei conti interna.

Commenti