Interni

Vannacci e lo strappo tra ministero e forze armate: cos'è successo dopo il boom del libro

Voci di vendette e dossier dagli ambienti militari dietro le inchieste sul generale. Ma nei "quattro filoni" non si troverà nulla, se non "criticità e anomalie"

Vannacci e lo strappo tra ministero e forze armate: cos'è successo dopo il boom del libro Esclusiva

Ascolta ora: "Quello strappo tra ministero e forze armate dopo il successo del "Mondo al contrario""

Quello strappo tra ministero e forze armate dopo il successo del "Mondo al contrario"

00:00 / 00:00
100 %

Quando, la scorsa estate, il generale Roberto Vannacci dà alle stampe Il mondo al contrario fa sprofondare i vertici delle Forze armate e della Difesa nel caos. Nel libro del generale, infatti, sono presenti alcuni brani scandalosi, a tratti anche scabrosi, scritti senza informare la linea gerarchica.

Quella di Vannacci può essere letta come una vendetta per esser stato messo a capo dell'Istituto geografico militare dopo una vita spesa in prima linea. Oppure come il tentativo di provare la strada della politica, come sembrerebbero suggerire gli sviluppi degli ultimi mesi. Sia come sia, a partire dalla scorsa estate, qualcosa tra Vannacci e i vertici della Difesa si rompe. E non può essere diversamente.

Le parole del ministro Guido Crosetto, all'indomani dell'uscita de Il mondo al contrario, sono chiare e invitano a «non utilizzare le farneticazioni personali di un generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le forze armate». Anche perché, secondo il ministro, Vannacci «ha espresso opinioni che screditano l'Esercito, la Difesa e la Costituzione». A partire da questo momento, tra il generale e il ministro si registrano momenti di alti (pochi) e bassi (molti). I due si incontrano pure e, dopo i convenevoli, viene notificato a Vannacci l'avvio di un procedimento disciplinare in seguito alla pubblicazione del suo libro. Un atto dovuto, si dirà.

Successivamente, il generale viene nominato Capo di stato maggiore del comando delle forze operative terrestri. Vannacci parla di «incarico prestigioso», mentre la Difesa precisa che «non è una promozione». La pace tra il generale e il ministro è ancora lontana. E non arriverà mai. Anche perché, secondo quanto è in grado di ricostruire ilGiornale, da tempo all'interno della Difesa si è iniziato ad indagare sul passato di Vannacci con il fine screditarlo. L'operazione inizia ad agosto, non appena viene pubblicato Il mondo al contrario. Ad alcuni giornalisti viene inviato un piccolo «dossier», fatto per lo più di fonti aperte, sul generale. In esso si ripercorre la sua carriera, i «santi» che lo avrebbero aiutato nella scalata all'interno dell'Esercito, il suo soggiorno in Russia e, soprattutto, le sue polemiche con lo Stato maggiore della Difesa sulla vicenda uranio impoverito in Iraq. Si tratta di una mossa pensata per cercare di ridimensionare il generale e, in parte, per stroncare sul nascere la sua figura. Ma non è sufficiente. Vannacci vende oltre 230mila libri e diventa, ogni giorno di più, ingombrante per la Difesa. Ed è a questo punto che i quattro filoni del «dossier» vengono messi sotto la lente di ingrandimento del ministero. Non si troverà nulla, se non, come annunciato qualche giorno fa dal Corriere della Sera, «criticità, anomalie e danni erariali nelle autocertificazioni e richieste di rimborso depositate» compiute durante il periodo russo sulle quali dovranno ora pronunciarsi le autorità giudiziarie.

Più che di un «complotto» contro il generale, si tratterebbe dunque di una vera e propria vendetta, come oggi sono costretti ad ammettere molti militari e civili che lavorano nel comparto della Difesa.

Commenti