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Strasburgo, parte la raccolta di firme per poter candidare il Cavaliere

Catanoso (Fi): "Sentenza in tempi brevi". Le mosse di Ghedini

Strasburgo, parte la raccolta di firme per poter candidare il Cavaliere

Roma - Lo scenario è cambiato. Con il capitombolo del governo Renzi le urne si vedono laggiù, all'orizzonte. Magari non vicinissime ma neppure troppo lontane. Il detto «ci aspetta un altro ventennio renziano» è come un foglio appallottolato e finito nel cestino della carta straccia. Anche per questo, per iniziativa del deputato siciliano Basilio Catanoso, è scattata la mobilitazione degli azzurri affinché la corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo si dia una mossa. La questione relativa alla riabilitazione dell'ex premier, e quindi alla sua candidabilità, è ancora è ancora avvolta nella nebbia. Urge diradarla. La prima trovata è stata quella di una lanciare una petizione attraverso la rete. In poche ore, sul sito www.change.org/p/corte-europea-dei-diritti-dell-uomo si sono raccolte 375 firme. «Mobilitiamoci per un doveroso appello alla Corte dei diritti dell'Uomo di Strasburgo, affinché emetta in tempi brevi una sentenza che - nelle nostre migliori speranze - possa restituire al presidente Berlusconi la piena agibilità politica. Sentenza che sta aspettando da tre anni». Catanoso spiega: «Già era paradossale che fino a ieri la Corte avesse nicchiato. Ora, dato il mutato quadro politico, il silenzio degli eurogiudici è ancora più grave. Si vede che la giustizia lumaca, atavico male italiano, colpisce anche oltre confine». E ancora: «La situazione politica nel Paese, con la netta vittoria del No al referendum del 4 dicembre, l'imminente uscita di scena del governo Renzi e la possibilità del ricorso alle urne a breve, impongono la necessità di un'accelerazione nel processo di esame in corso presso la Corte europea. Con questo, sia chiaro, non vogliamo tirare per la giacchetta gli eurogiudici, ma pretendiamo che si pronuncino in tempi dignitosi».

In effetti il dossier Berlusconi fa la muffa ormai da anni a Strasburgo. Ma qui si aggiunge un ulteriore pasticcio, tutto politico. Della questione se ne sta occupando il fidatissimo Niccolò Ghedini. Berlusconi aveva presentato ricorso denunciando l'applicazione retroattiva della legge Severino. Gli eurogiudici, però, accettando il ricorso, devono sentire anche la controparte, ossia il governo italiano. Il quale avrebbe dovuto inviare loro una contro-relazione, spiegando le proprie ragioni. Peccato che palazzo Chigi abbia chiesto una proroga, non volendo/potendo esprimersi entro fine ottobre, scadenza naturale per poter dire la propria. Meglio aspettare la fine della campagna elettorale per il referendum.

Peccato che è andata com'è andata e il governo non c'è più. Chi dovrà (e quando), quindi, scrivere la relazione sul Cavaliere?

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