Cronache

"Su di me editto bulgaro, mi dimetto"

Vincenzo Barone: una scelta inevitabile dopo il blocco dell'ateneo al Sud

"Su di me editto bulgaro, mi dimetto"

La Normale del Sud non s'ha da fare, per lo meno non con la partecipazione della Normale di Pisa e la testa che cade è proprio quella del direttore della scuola pisana Vincenzo Barone: «Una cosa mai vista in Italia, un editto bulgaro», afferma l'ormai ex direttore della Normale di Pisa, uno degli istituti universitari di punta del nostro Paese, dopo la lettera di dimissioni inviata alla riunione del senato accademico svoltasi ieri mattina, alla quale Barone ha deciso di non prendere parte: «Più del novanta per cento del corpo docenti era d'accordo con la mozione di sfiducia proposta dagli studenti l'11 dicembre scorso e anche i rappresentanti del personale tecnico amministrativo hanno dato mandato ai loro rappresentanti di appoggiare la mozione - spiega -. Preso atto della situazione ho risparmiato un ulteriore imbarazzo a me stesso e alla scuola». La carta che ha fatto saltare il banco è stata il progetto di dar vita a una Normale del Sud insieme alla Federico II di Napoli, «per altro decisa dal Governo che aveva stanziato circa 20 milioni di euro all'anno per i tre anni del progetto pilota nella prima stesura della Finanziaria, oltre a questo - prosegue Barone - il progetto era stato esplicitato nel 2017 e aveva riscosso il plauso persino del presidente Sergio Mattarella, inoltre faceva parte del mio programma politico quando mi sono candidato alla carica di direttore della scuola nel 2016 riscuotendo il novanta percento delle preferenze».

Il direttore dimissionario non riesce a spiegarsi «un così esteso consenso sulle mie dimissioni, sono stato tacciato di essere poco trasparente e autoritario ma è tutto agli atti e tutte le decisioni che riguardavano la scuola sono passate per i suoi organi di governo. Evidentemente il progetto dava fastidio a molti». Determinante secondo Barone, infatti, sarebbe stata la dura opposizione del sindaco di Pisa Michele Conti e del deputato Edoardo Ziello, entrambi in quota Lega, preoccupati dalla «perdita di centralità della città»: «Non credo sia normale che un'amministrazione locale riesca a sovvertire una decisione del Governo, per altro dello stesso colore politico. Un atto grave, un'ingerenza sull'autonomia di un istituto universitario». Il progetto della Scuola Superiore del Sud, comunque, andrà avanti anche senza la Normale di Pisa: già approvato il finanziamento di cinquanta milioni di euro per partire: «Un'occasione sprecata per Pisa - commenta Barone-. Per quanto mi riguarda per il momento mi prenderò una pausa, anche per smaltire la delusione.

Non so se rimarrò a insegnare alla Normale, deciderò nei prossimi giorni».

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