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"Superficialità, ma non accadrà più"

Tajani chiude il caso. Il governo studia contromisure. Talò era a Londra con la premier

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«Il presidente del Consiglio l'ha capito subito». Subito? «E certo». Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano risponde così a chi gli chiede, quando Giorgia Meloni abbia capito di stare parlando al telefono non con il presidente dell'Unione africana Moussa Faki, ma con due comici russi.

Il giallo sulla telefonata fake viene dunque riaperto da uno degli uomini più vicini alla premier, dopo che ieri era filtrato che Giorgia Meloni nel corso della chiamata aveva nutrito seri dubbi sull'interlocutore. La circostanza, comunque, continua a far discutere e dentro il governo non c'è alcuna volontà di sminuire l'accaduto. «Sicuramente c'è stata superficialità da parte di chi ha organizzato la telefonata e questo non deve più accadere» dice Antonio Tajani su Rai Radio 1. «In ogni caso dalle parole del presidente Meloni è arrivato un chiaro segnale di conferma della linea politica del nostro Paese». Matteo Salvini, invece, lancia una stoccata all'opposizione. «Dispiace che per attaccare questo governo si usino vicende familiari o scherzi telefonici».

Ma come procederà Palazzo Chigi per evitare che casi del genere possano ripetersi? Correttivi sono allo studio, una indagine interna è stata avviata per accertare le responsabilità, verranno aumentati i controlli, ma ciò che filtra è che si sarebbe trattato di un «umanissimo errore». Perché, spiegano, esiste una procedura standard che adottano tutti gli uffici diplomatici, tanto più quando si tratta di un interlocutore con cui non si ha una frequentazione assidua e gli sherpa non si conoscono. Inoltre è mancato l'incrocio dei dati con l'Ambasciata italiana che ha la delega per l'Unione Africana, ambasciata che ha sede in Etiopia. In ogni caso il consigliere diplomatico Francesco Talò ieri era regolarmente accanto alla premier a Londra in occasione del summit sull'Intelligenza Artificiale. La questione appare comunque destinata a tenere banco ancora per qualche tempo. Dopo aver parlato con Repubblica, Fanpage, La Presse ieri sera Aleksei Vladimirovich Stolyarov, uno dei due comici russi, ha trovato un palcoscenico televisivo come ospite di Otto e Mezzo da Lilli Gruber. Lexus ha detto di non aver parlato con il Cremlino, ma di non escludere che i loro capi possano averlo fatto. Ha negato di essere uno strumento dei servizi, ma ha anche affermato chiaramente - a precisa domanda - che uno «scherzo» del genere a Putin non potrebbe farlo. La motivazione? La Russia è un Paese in guerra.

«Con la Meloni abbiamo parlato quasi mezz'ora e se il vostro premier aveva capito tutto posso dire che ha tanto tempo da spendere. Poi voleva continuare a parlare. Noi abbiamo chiuso la conversazione, avevamo già ricevuto le risposte sull'Ucraina. È una persona viva, che parlava». Sullo sfondo continua il pressing delle opposizioni. Con Giuseppe Conte che parla di «una figuraccia mondiale». Il direttore de Linkiesta Christian Rocca, però, ricorda quando «il 23 marzo 2020 ventidue mezzi militari di Mosca con a bordo oltre 100 uomini risalirono l'Italia rinchiusa in casa dal lockdown.

Una delle pagine più imbarazzanti e tragicomiche della nostra storia».

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