Politica

La svolta della Lega: Salvini nel simbolo

Il segretario prepara l'offensiva al Sud in vista delle Regionali in Campania e Puglia

La svolta della Lega: Salvini nel simbolo

Roma - Benvenuti al Sud. Il percorso di trasformazione della Lega in partito nazionale è una delle novità più visibili che sta attraversando la politica italiana. Una mutazione genetica profonda di cui è protagonista Matteo Salvini il cui nome per la prima volta nelle elezioni regionali in Emilia-Romagna comparirà nel simbolo. Una «certificazione» del desiderio di investire nell'appeal del segretario che dopo aver rubato il tempo ad altri partiti sui temi «no euro» e «no immigrazione incontrollata», si appresta ora a mettere in campo una strategia di conquista di nuovi territori abilmente orchestrata dal senatore bresciano, Raffaele Volpi. Un mix politico attraverso cui il Carroccio punta a mettersi in gioco in regioni un tempo inaccessibili, aggiornando la storica identità del partito regionalista e autonomista. Un salto in avanti effettuato mettendo insieme valori e temi cari alla destra più conservatrice, ma anche un approccio all'economia di stampo liberale, con parole d'ordine anti-tasse, un po' sul modello del Gop, il Grand old party, ovvero i Repubblicani statunitensi.

L'offensiva nazionale è ormai pronta a prendere forma. C'è stato l'inaspettato successo alle Europee, con l'elezione di Mario Borghezio nella Circoscrizione Centro. Il lancio del blog «Il Sud con Salvini». Il successo del segretario alla Festa di Santa Rosa a Viterbo, che ha fatto seguito al tour in Puglia, nel Salento e a Taranto. Il «mea culpa» per i toni usati contro il Sud in passato. Ma anche la trattativa che ha portato la Lega a ottenere come candidato governatore in Emilia un suo sindaco, Alan Fabbri. Ora nel mirino ci sono le Regionali in Campania e Puglia.

L'operazione Sud punterà molto su Salvini, il cui nome sarà anche nel logo di quella che si chiamerà «Lega dei Popoli» (e forse «delle identità»). Inizialmente si era ragionato su «Identità e Popolo per Salvini», con il simbolo classico del Carroccio. Poi si è deciso di dare una connotazione grafica e simbolica diversa alla Lega «gemella», senza Alberto da Giussano. Il ponte con l'esperienza «storica» degli anni '90? «Le macroregioni del professor Miglio».

Le richieste di adesione non mancano. Nei giorni scorsi è arrivata quella dell'ex presidente della Provincia di Roma, Silvano Moffa, delle ex parlamentari Souad Sbai e Barbara Mannucci e dell'ex assessore romano Enrico Cavallari. Ieri è stata la volta di un altro ingresso pesante: quello del consigliere comunale (ed ex presidente dell'assemblea capitolina) Marco Pomarici, proveniente da Ncd, insieme a cinque consiglieri municipali. Ci sono poi il Movimento sociale sardo, il Movimento territorio e libertà di Lamezia, Nuova area di Gianfranco Conte, i «leghisti» siciliani di Antonio Mazzeo, la Lega Tuscia.

L'aspirazione è diventare un polo di attrazione per un elettorato giovane, per i delusi del centrodestra, ma anche per coloro che dopo aver sperimentato Beppe Grillo intendono investire in un'avventura politica più affine alle loro idee.

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