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Il "tafazzismo" del Pd di Nicola Zingaretti

Via Renzi e Boschi, dentro Lorenzin e Boldrini. Il 'tafazzismo' del Pd di Nicola Zingaretti, che ha riesumato persino Rosy Bindi, non ha limiti. E, a breve, forse torneranno D'Alema e Bersani

Il "tafazzismo" del Pd di Nicola Zingaretti

Cambio nel Pd. Via Renzi e Boschi, dentro Lorenzin e Boldrini. Il nuovo coacht Nicola Zingaretti ha avviato la sua personale campagna acquisti per fare l’esatto contrario di ciò che aveva promesso durante le primarie.

Orrmai vale tutto: governare con i pentastellati, tenersi Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, far passare l’alleanza in Umbria con il M5S per un ‘patto civico’ prendendo in giro gli elettori. Eppure non sono tanto lontani i tempi in cui il governatore del Lazio scendeva in campo contro i pentastellati. Era soltanto del 13 luglio quando il ‘nuovo pinocchio’ del Pd urlava: "Io lo dico davanti a tutti e lo dirò per sempre. Mi sono persino stancato e lo trovo umiliante. Mi sono persino stancato di dire che non intendo favorire nessuna alleanza o accordo con i Cinquestelle”.

Ormai va bene tutto: riproporre la deprecata ‘vocazione maggioritaria’ e unire mettere insieme tutti in uno stesso contenitore: l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, promotrice del ‘fertility day’ e la femminista Laura Boldrini. È comico, ma allo stesso tempo un po’ tragico vedere riesumare Rosy Bindi che oggi dichiara: “Mantengo ancora le dovute distanze dal Pd. Non sono ancora in casa. Sono in tenda, nel giardino”. Già la tenda, luogo ‘geopolitico’ tanto caro al mentore dell’ulivista Bindi, ossia il ‘Professore’ per antonomasia, quel Romano Prodi che nel maggio 2017 affermò: “Non sono più iscritto da anni, simpatizzo per le idee su cui si è fondato. Diciamo che sono un senza casa ma vivo in una tenda vicina al Pd”. Non resta che aspettare il rientro di Massimo D’Alema, l’ex premier che, nel 2018, nel suo collegio ha racimolato solo il 3,4%, ma ora pare aver messo lo zampino nelle trattative per la formazione del governo. Insomma, sarebbe lui che, lavorando come di consueto nell’ombra, ci ha rifilato Roberto Speranza al ministero della Salute.

Ricapitolando: Lorenzin e Boldrini dentro il Pd, Speranza alla Salute, ma soprattutto ‘Giggino’ Di Maio agli Esteri e il nemico delle merendine Lorenzo Fioramonti che sta trasformando il Ministero dell’Istruzione in quello della ‘Distruzione’. Autorizzando gli studenti a non andare a scuola per manifestare come ‘gretini’, Fioramonti ha raggiunto vette di incompetenza che nemmeno Danilo Toninelli. Il tutto con i voti del Pd che continua nel suo processo di ‘tafazzismo’ inarrestabile. Zingaretti è caduto nella trappola di Renzi che se n’è andato diventando l’ago della bilancia del nuovo governo. In sostanza, il governatore del Lazio che voleva andare al voto per liberarsi dei renziani ora si ritrova in mano un partito formalmente ‘derenzizzato’, ma ancora pieno di renziani di stretta osservanza. Con l’aggiunta, ribadiamo di Lorenzin, Boldrini, Bindi e, in un futuro prossimo, chissà anche D’Alema e Bersani. Il tafazzismo 2.0 della Terza Repubblica contornata da personaggi politici della Seconda...

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