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Taglio delle tasse, scontro nel governo "Da Tria solo robetta"

Taglio delle tasse, scontro nel governo "Da Tria solo robetta"

Roma Nel governo e dentro la maggioranza entra nel vivo il confronto sul fisco. Ieri il premier Giuseppe Conte ha incontrato sindacati e associazioni delle imprese. Primo round in vista della legge di Bilancio 2020, tutto dedicato al fisco. Conte non è entrato nei dettagli della proposta del governo. Le parti sociali si aspettavano una presa di posizione a favore del taglio al costo del lavoro, ma il presidente del Consiglio ha tenuto a precisare che «non c'è ancora alcun progetto di riforma fiscale a livello istituzionale». La fase di «ascolto» del governo nasconde un confronto serrato nell'esecutivo e dentro la maggioranza sulle varie ricette.

Gli studi di M5s e Lega sono a buon punto. I Cinque stelle puntano su una riduzione delle aliquote Irpef che favorisca i redditi medi, poi su un taglio del cuneo fiscale (la differenza tra il costo lordo di un lavoratore e quanto il dipendente si mette effettivamente in tasca), con un obiettivo preciso: compensare il costo che le imprese dovranno affrontare quando sarà varato il salario minimo. Progetto al quale il partito di Luigi di Maio non vuole assolutamente rinunciare. Il vicepremier e ministro del Lavoro ha quantificato il taglio del cuneo in 4 miliardi e ha subito incassato il «no» del presidente di Confindustria Vicenzo Boccia, ma anche del vice ministro dell'Economia Massimo Garavaglia e il sottosegretario Massimo Bitonci, entrambi della Lega. «Non servono mini interventi di cui nessuno si accorge».

Nella Lega Armando Siri continua a lavorare sulla flat tax, ma il partito di Matteo Salvini non rinuncia al taglio del cuneo fiscale. Le nuove misure allo studio, sono una detassazione dei redditi incrementali. Proposta simile a quella storica di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. In sostanza, sui redditi aggiuntivi dichiarati si pagherebbe una aliquota sostitutiva. Si è parlato del 5 o del 15%. Sempre del Carroccio l'idea di trasformare il bonus Renzi in decontribuzione.

Ieri Tria ha accennato a questa possibilità. Gli 80 euro di Renzi «cambieranno nome, chi riceve 80 euro non perderà nulla», ha spiegato a Sarah Varetto su SkyTg24. Tria ha anche detto che la Tav «si farà» e che sui minibot si può mettere «una pietra tombale».

Il ministro era con Conte al vertice con le parti sociali. Sui temi economici premier e ministro parlano la stessa lingua. E ieri hanno ascoltato con attenzioni le proposte di sindacati e imprese. Il presidente di Confindustria Boccia ha proposto la detassazione degli aumenti di stipendio decisi dai contratti nazionali. La leader della Cisl Annamaria Furlan ha citato la detassazione dei premi di produttività. Proposte compatibili con le bozze dei progetti leghisti, un po' meno con quelli dei Cinque stelle.

In serata è arrivata la replica di Salvini: «È solo robetta, se Tria vuole una manovricchia si torna al voto».

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