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Tasse e tagli per correggere i conti

«Aggiustamento» da 3,4 miliardi. «L'Italia stia nella velocità più alta»

Tasse e tagli per correggere i conti

Nel 2017 ci saranno «22,2 miliardi in meno di tasse se si sommano gli interventi introdotti a partire dal 2014», ha promesso il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ieri sera nel corso di un'audizione di fronte alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato. «Quello che non faremo è prendere misure che possano avere effetti negativi sulla fornitura di beni e servizi e quindi anche sull'autotrasporto». Di sicuro, rivendica il ministro, «non è una manovrina ma un aggiustamento con misure espansive». L'aggiustamento dello 0,2% del Pil, chiesto dalla Ue, arriverà grazie a circa 2,5 miliardi di maggiori entrate e il resto dai tagli di spesa. Così si entra nel dettaglio dei 3,4 miliardi che dovranno essere reperiti. Lo 0,05% arriverà dalla riduzione della spesa (di cui lo 0,04% vengono dai consumi intermedi e il restante 0,01% da agevolazioni fiscali). Il restante 0,15% sarà reperito attraverso l'aumento delle entrate di cui: lo 0,06% dalle misure di rafforzamento per la lotta all'evasione e lo 0,09% dalle accise e da altre tassazioni indirette. Calcolatrice alla mano, lo 0,15% del Pil equivale a 2,55 miliardi di euro, mentre lo 0,05% corrisponde a 850 milioni, per un totale di 3,4 miliardi di euro.

Secondo Padoan gli interventi prefigurati «sono coerenti con la politica del governo attuale e di quello precedente», che è orientata «al duplice obiettivo di sostegno alla crescita e di consolidamento delle finanze pubbliche». È probabile «che alcune misure vengano prese prima di aprile», ovvero prima del varo del Documento di economia e finanza mentre «le misure di lotta all'evasione verranno adottate più verso la fine di questo periodo». Il ministro ha quindi annunciato la trasmissione della richiesta alla Commissione Ue per l'estensione del regime dello split payment.

Capitolo webtax. «Ritengo che sia un'area assolutamente indispensabile da esplorare, ed è complesso per ragioni politiche e tecniche», ha ammesso. «Sarebbe ottimale se fosse introdotta da più paesi, ma questa non deve essere una scusa. Ci sono dei problemi nel calcolo della base imponibile». Per Padoan comunque resta «una battaglia che andrebbe strutturata in modo non episodico. C'è l'impegno governo ad esplorare questi canali, come AirBnb, che è una fonte di reddito che va valutata. Lo faremo nei prossimi mesi, anche in vista prossima legge di bilancio».

Aleggia sempre il rischio di una procedura d'infrazione. «Va evitata per un motivo semplice - ha dichiarato Padoan -. Dobbiamo evitare che aumenti la spesa per interessi pagata sul debito pubblico». Quanto ai delicati rapporti con l'Europa, è convinto che «il Fiscal compact è una misura che andrebbe profondamente rivista. Quello che l'Italia ha richiesto e ottenuto è un pezzo di una revisione che è assolutamente necessaria, perché oggi l'Europa è in una fase completamente diversa. Erano i tempi dell'austerità, oggi l'austerità non è più il tema, il discorso è essenzialmente politico e va affrontato in questo contesto». Il titolare dell'Economia ha risposto anche a una domanda su quell'Europa «a due velocità» evocata la scorsa settimana dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel. «L'Italia deve e può stare nella velocità di punta perché è suo interesse e può farlo.

È sbagliato pensare che l'Italia sia destinata a stare nella velocità più bassa».

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