Economia

Tavares, guru dei salvataggi che si ispira a Marchionne

In appena sei anni è riuscito a portare il gruppo Psa dall'orlo del fallimento a generare profitti record

Tavares, guru dei salvataggi che si ispira a Marchionne

Sarà Carlos Tavares, se tutto andrà per il verso giusto, a guidare operativamente il nuovo gruppo Fca-Psa. Portoghese, 61 anni, sposato, di formazione francese (si è diplomato alla Grandes Ecoles) e una grande passione per le corse in auto (ogni fine settimana lo passa in autodromo e un mese fa è stato avvistato sfrecciare a Monza insierme a Richard Mille, il fondatore della maison svizzera di orologi), Tavares in 6 anni ha portato il gruppo Psa dall'orlo del fallimento a generare profitti record nella prima metà di quest'anno. E acquisita Opel nel 2017 da Gm, è riuscito nella missione, considerata fino a prima quasi impossibile, di far rivedere alla Casa tedesca i conti in attivo, traguardo raggiunto con due anni d'anticipo. Per certi aspetti, Tavares assomiglia all'ex ad di Fca, Sergio Marchionne, scomparso lo scorso anno: entrambi, infatti, hanno evitato il baratro ai rispettivi gruppi, portandoli negli anni a una nuova dimensione.

Come il collega italo-canadese, il presidente e ad di Groupe Psa è ritenuto un manager abile e duro, un grande spronatore pronto a tutto pur di raggiungere l'obiettivo («non si discutono gli obiettivi, ma si discute su come raggiungerli», è solito dire a chi lo circonda). E come Marchionne (in pullover e pantaloni neri sempre e comunque), anche Tavares non è molto curato nel vestire nonostante indossi la giacca.

E se l'ex ad di Fca era un indubbio re della finanza che per scaricare la tensione si lanciava con la sua Ferrari sul circuito di Balocco, il collega-pilota nato a Lisbona è sicuramente più uno stratega dell'auto e, per centi aspetti, più lungimirante (sul fronte della elettrificazione, Groupe Psa si è presentato puntuale all'appuntamento).

In passato, come racconta nel libro «Sergio Marchionne» il giornalista Tommaso Ebhardt, i due top manager si sono annusati parecchio, arrivando vicini a unire le rispettive società (Tavares, riconoscendo la bravura del collega, era disposto ad assumere il ruolo di numero due), ma non se ne fece nulla. Del resto, la convivenza di due galli nello stesso pollaio non sarebbe stata facile, anche perché Tavares arrivava dalla scuola di Carlos Ghosn, in Renault, nemico giurato di Marchionne.

Il capo di Psa, spiegano i bene informati, conduce una vita monastica, dedicata per lo più al lavoro. In azienda, secondo la sua visione, le regole valgono per tutti. E così lo si può incontrare sul Tgv seduto in seconda classe oppure su un volo Easyjet come un turista qualunque. «Profitti, profitti, profitti!» (il chiodo fisso) aveva esclamato anni fa al termine di una visita alla filiale italiana del gruppo a Milano.

Due i piani grazie ai quali Psa ha ripreso gradualmente quota: «Back in the race», il primo, «Push to pass», il secondo. Tra efficienza, tagli dei costi, gamme semplificate, investimenti in ricerca e sviluppo, e condivisione delle piattaforme, il gruppo è via via cresciuto consolidando il suo secondo posto in Europa. Ma resta ancora il mercato cinese la spina nel fianco di Tavares, nonostante la presenza (ancora per poco viste le intenzioni manifestate) di Dongfeng nell'azionariato (12%, come le quote della famiglia Peugeot e del governo francese).

Uno degli assi nella manica del numero uno di Groupe Psa riguarda la creazione delle due piattaforme multienergy che, a questo punto, potrebbe condividrere con Fca. La prima, Cmp, riguarda i segmenti B e C (auto compatte e medie), la seconda, Emp2, i modelli di segmenti superiori e i Suv di tutte le taglie. L'architettura Cmp consente di produrre veicoli con alimentazioni diverse: benzina, diesel, elettrica. Con Fca, insomma, impegnata a realizzare la Fiat 500 elettrica e i primi modelli ibridi, l'integrazione calzerebbe a pannello.

Le nozze tra Torino e Parigi, inoltre, permetterebbero a marchi come Alfa Romeo (soprattutto) e Maserati, di cui è stato appena varato il piano strategico, di accelerare i progetti di crescita.

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