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Televisione e metropoli. Lo sprint di Berlusconi per sfrattare il premier

Ultimi giorni di campagna elettorale, il Cavaliere da Vespa, poi a Napoli, Roma e Milano. E Salvini "inguaia" la Meloni

Televisione e metropoli. Lo sprint di Berlusconi per sfrattare il premier

Berlusconi pronto allo sprint finale per tirare la volata ai suoi candidati alle amministrative. Il Cavaliere sa che le ultime settimane sono quelle decisive e quindi decide di scendere in campo: sia in tv sia accanto agli aspiranti sindaci del centrodestra. Oggi tornerà sotto i riflettori di Porta a Porta; ma poi, venerdì sera, darà una mano anche a Lettieri a Napoli; quindi medita un'altra uscita accanto a Marchini a Roma per poi chiudere venerdì 3 a Milano, assieme a Parisi. Berlusconi vuole contribuire di persona a dare una prima spallata a Renzi, a dispetto di chi sostiene che in realtà il Cavaliere non voglia disturbare troppo il manovratore-Renzi.

All'attacco del premier, il solito Brunetta che accusa: «I 184 costituzionalisti a favore del Sì alla riforma costituzionale del governo Renzi? Gli ordinari di Diritto costituzionale, contando anche quelli di Diritto pubblico, superano di poco la quarantina. E non c'è alcun presidente emerito della Corte costituzionale. Molti sono professori ordinari di altre materie, tanti altri sono solo semplici ricercatori». Risultato? Brunetta è sarcastico: «Insomma, questo manifesto partito per trafiggere il No alla fine si sgambetta da solo. Un bel ciaone a Renzi e ai cento (milioni) di costituzionalisti». E proprio sul referendum parte l'attacco di Fi che presenta un esposto all'Agcom: «I dati sulla presenza televisiva registrano una marcata sovraesposizione sia del presidente del Consiglio, sia di altri membri del governo, che attraverso un uso distorto del servizio pubblico radiotelevisivo della Rai e dell'intera emittenza televisiva occupano gli spazi per trattare, con un anticipo di ben cinque mesi, argomenti diversi, riferiti prevalentemente al referendum costituzionale».

Insomma, Forza Italia all'opposizione dura e pura di Renzi anche se un'intervista di Bertolaso al Foglio innesca l'ennesima polemica. Mr Emergenze sostiene che l'unico modo per portare Roma fuori dal degrado sia quello delle larghe intese. Apriti cielo. Giorgia Meloni attacca: «Bertolaso sostiene la necessità di larghe intese per il governo di Roma e della Nazione. È la conferma di quello che abbiamo sempre detto: l'appoggio azzurro a Marchini si spiega solo con la volontà di riesumare il Patto del Nazareno».

Meloni che riceve uno schiaffo inaspettato da donna Assunta Almirante: «La strada a mio marito? Non ci serve, non la voglio. Ne ha tante in giro per l'Italia, non ne ha bisogno». E pure Salvini boccia la proposta della sua candidata: «Non è la priorità intitolare le vie». Un Salvini che mette in imbarazzo Meloni una seconda volta quando gli chiedono se farebbe pagare il Grande raccordo anulare. La sua risposta: «Il modello è quello svizzero: una volta all'anno, un bollino. Lo farei pagare 40 auro da Nord a Sud, e giri dove vuoi e come vuoi». Salvini intende per tutt'Italia ma passa il messaggio di un'altra tassa soltanto per il Gra. «Una roba folle», attacca Marchini. «La Meloni gli intitoli una rampa», ironizza via Twitter Storace.

Insomma, una gaffe che si presume non farà bene ai consensi della leader di Fratelli d'Italia.

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