Cronache

Terracina, indagine a orologeria: arresti (ingiusti) chiesti già nel 2021

L'inchiesta sul sindaco FDI demolita al riesame

Terracina, indagine a orologeria: arresti (ingiusti) chiesti già nel 2021

Tra poco più di un mese si conosceranno le motivazioni che hanno spinto i giudici del tribunale del Riesame di Roma a rimettere in libertà il sindaco di Terracina, Roberta Tintari, e altri destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare emessa a metà luglio dal gip di Latina su richiesta dei pm della procura pontina. Nel frattempo, il dato certo è che l'inchiesta Free Beach che ha azzerato l'amministrazione di centrodestra portando al commissariamento del comune, esce quantomeno ridimensionata dal pronunciamento uscito da piazzale Clodio, con la maggior parte dei capi di imputazione cancellati e le misure cautelari considerate sproporzionate e quindi, di fatto, illegittime. Spulciando le pagine dell'ordinanza, in realtà, si nota come in un caso, quello di Corrado Costantino, dirigente dell'Ufficio Lavori pubblici del comune, accusato di essersi interessato al buon esito di una pratica in cambio di un pranzo al mare, era stato persino il gip stesso a segnalare l'inopportunità delle richieste dei pm. La procura invocava la custodia cautelare in carcere per corruzione. Ma la giudice, parlando genericamente di «malaffare» e «condotte inopportune», non ha ravvisato tale fattispecie di reato, disponendo gli arresti domiciliari.

A far riflettere è anche il tempismo con cui sono scattate le manette. Nell'ordinanza del Tribunale di Latina è scritto nero su bianco che la richiesta dei pm al gip è stata presentata il 23 febbraio del 2021. Non solo. Esiste anche un allegato al provvedimento in cui si chiede di applicare in via «urgente» le «misure cautelari coercitive» per «interrompere le condotte criminose». È stato protocollato addirittura nel giugno del 2020. Gli arresti però arrivano soltanto due anni dopo, in un momento politico delicatissimo. Sono i giorni in cui il Movimento 5 Stelle minaccia di ritirare la fiducia al premier Draghi, che precedono la fine dell'esecutivo e l'annuncio del voto il 25 settembre. «Il modello Terracina evocato più volte da Giorgia Meloni come esempio di riscatto ed efficienza è stato infangato mentre il partito è in testa ai sondaggi, l'obiettivo era quello di sporcare un simbolo e di sporcare anche me, che in passato sono stato portavoce della leader di Fdi. È un'inchiesta ad orologeria? Le prove non le avremo mai, ma i fatti parlano chiaro», attacca Nicola Procaccini, eurodeputato di Fdi coinvolto nell'inchiesta. Uno dei due capi di imputazione a suo carico è decaduto. Resta soltanto l'accusa di induzione indebita a dare e promettere utilità, per aver rimproverato una dipendente comunale da sindaco. «Pretendeva che il titolare della società che doveva installare un parco acquatico nel comune dovesse essere residente a Terracina, un'assurdità», si difende. «Le accuse sono inconsistenti - va avanti - non si parla di tornaconti personali, ma solo di ricerca del consenso politico, considerato alla stregua di una tangente».

Sulla vicenda Procaccini ha iniziato a scrivere un libro: «Denuncerò tutte le incongruenze: gli amministratori locali sono la spina dorsale della nazione e vanno tutelati».

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