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Terrorismo, arrestato a Ferrara il fratello del killer di Marsiglia

È ritenuto complice nell'uccisione delle due ragazze. L'Italia è sempre più terra dei "jihadisti di passaggio"

Terrorismo, arrestato a Ferrara il fratello del killer di Marsiglia

Un tempo eravamo famosi per i santi, i poeti e i navigatori. Se continua così bisognerà aggiungerci i «terroristi di passaggio». Dopo aver scoperto che Ahmed Hanachi, il tunisino responsabile dello sgozzamento di due cugine alla stazione Saint-Charles di Marsiglia era vissuto per sette anni ad Aprilia ora ci ritroviamo a fare i conti con Annis, un suo fratello 25enne. Lui - a differenza di Ahmed - aveva scelto Ferrara, ma il suo percorso di radicalizzazione non si discosta da quello del fratello. A Ferrara sono andati a prenderlo ieri gli uomini della Digos di Ferrara e Bologna . Gli inquirenti lo sorvegliavano da tempo e sono entrati in azione in seguito a un mandato di cattura internazionale per associazione terroristica e complicità nell'attentato di Marsiglia emesso dalle autorità francesi. L'operazione è stata condotta grazie anche alla collaborazione tra le autorità di Parigi e le strutture del nostro antiterrorismo. Ma l'arresto di Annis e la scoperta dei trascorsi italiani dell'assassino Ahmed sono solo gli ultimi di una lunga serie di episodi inquietanti. Episodi che dimostrano come l'Italia sia diventata il crocevia di terroristi e lupi solitari entrati in azione in altri paesi europei.

La vicenda più famosa resta quella di Anis Amri il tunisino, arrivato in Italia con un barcone, trasferitosi in Germania e ucciso dalla nostra polizia a Sesto San Giovanni dopo la strage a un mercatino di Natale messa a segno con un Tir rubato. Subito dopo l'uccisione di Anis Amri i casi si moltiplicano con frequenza allarmante. Ai primi di giugno, all'indomani della notte di terrore londinese in cui tre giovani terroristi islamisti uccidono otto persone a coltellate, scopriamo che almeno uno aveva profondi legami con l'Italia. Il marocchino Youssef Zaghba era infatti figlio di un'italiana e faceva la spola tra la capitale inglese e il comune di Valsamoggia, in provincia di Bologna dove risiede la madre. Un'altra sorpresa arriva sempre da Londra all'indomani del fallito attentato alla metropolitana dello scorso 15 settembre. Tra gli arrestati salta subito fuori il nome di Yahya Faroukh, un giovane siriano sbarcato nel nostro paese nel 2013 dopo una traversata a bordo di un barcone partito dalle coste dell'Egitto. Uno sbarco a cui fa seguito una breve permanenza in Italia prima di raggiungere le coste dell'Inghilterra. E tra le fila degli sbarcati, per la gioia di quanti per anni hanno bacchettato chi ipotizzava la possibile presenza di terroristi tra i migranti, c'è da annoverare anche il caso dell'algerino Khaled Babouri. Ucciso a Charleroi in Belgio il 6 agosto 2016 dopo aver ferito due poliziotte l'algerino era pure lui arrivato in Europa dopo esser approdato sulle coste italiane.

Secondo le indagini e le ricostruzioni del nostro antiterrorismo l'algerino era sbarcato in Sardegna seguendo quella rotta Algeria-Sulcis che rappresenta secondo alcuni inquirenti un delle possibili «porte d'ingresso per i terroristi in Europa».

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