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Via il tetto agli stipendi per i manager del Ponte Droga, aiuti dall'8 per mille

La bozza del dl: le paghe potranno superare 240mila euro. Fondi per le tossicodipendenze

Via il  tetto agli stipendi per i manager del Ponte Droga, aiuti dall'8 per mille

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Il governo cancella il tetto, fissato a 240mila euro, per gli stipendi dei manager. La norma spunta nella bozza del decreto «Asset e investimenti», che andrà in Consiglio dei ministri domani. Lo stop al tetto dei 240mila euro - rileva in serata una nota della società - sarà applicato solo per i manager della Stretto di Messina Spa, incaricata di portare avanti i lavori per il Ponte sullo Stretto. L'idea però è di estendere la misura a tutte le società pubbliche. La norma, che archivia il limite massimo a 240mila euro per i compensi dei manager pubblici, voluto dall'allora governo Renzi nel 2016, scatena lo scontro politico. Le opposizioni soffiano sulla rivolta. «Indecenti. Dicono che i salari non si fanno per legge. Eppure fanno leggi per togliere il tetto massimo ai salari sopra i 240mila euro mentre affossano il tetto minimo che chiediamo per non scendere sotto i 9 euro all'ora» - attacca la segretaria del Pd Elly Schlein. Opposizioni stavolta compatte. Anche da Italia Viva arriva l'alt: «Col governo Renzi abbiamo messo un tetto allo stipendio dei manager: duecentoquarantamila euro. Con Meloni e Salvini invece salta il tetto, a cominciare dai manager della società del Ponte. Con i problemi che ha il trasporto pubblico la priorità è aumentare questi stipendi? Noi voteremo contro» - annuncia Maria Elena Boschi.

Nella maggioranza è la Lega a spingere per lo stop al tetto. Matteo Salvini vuole andare avanti come un treno. In ogni caso la decisione finale sarà presa solo in Consiglio dei ministri. Il premier Meloni tenterà una mediazione finale. Tra le opzioni sul tavolo c'è quella di rinviare la decisione sul tetto in autunno, quando si discuterà anche di salario minimo. Non c'è solo la questione degli stipendi dei manager sul tavolo del governo che si riunirà domani per l'ultimo Cdm prima della pausa estiva.

Dal granchio blu al ponte sullo stretto: il governo varerà un pacchetto di misure contenute in due distinti decreti legge. A settembre l'esecutivo ripartirà da manovra, autonomia e riforma della Giustizia: tre dossier caldi che testeranno la tenuta della maggioranza prima della volata elettorale per le Europee. Il Cdm di domani dirà addio, inoltre, all'ultima restrizione Covid: il ministro della Salute Orazio Schillaci ha definito l'articolo che libera i positivi dall'obbligo di isolamento. Il grosso delle misure entreranno nel decreto legge Asset e investimenti: un pacchetto di interventi che spazierà dal caro voli alle tossicodipendenze. Sull'emergenza dei voli l'esecutivo approverà una stretta sugli algoritmi che determinano i prezzi. L'altra grande misura legata ai trasporti riguarderà i taxi. I comuni capoluogo di Regione, le città metropolitane e i comuni sede di aeroporto internazionale sono autorizzati a incrementare il numero delle licenze di taxi, in misura non superiore al 20%. Una novità riguarderà la dichiarazione dei redditi: si potrà destinare l'8 per mille anche per il «recupero delle tossicodipendenze e delle altre dipendenze patologiche». Per la battaglia contro il granchio blu, il governo destinerà 2,9 milioni di euro a favore dei consorzi e delle imprese di acquacoltura che provvedono alla cattura ed allo smaltimento.

L'altro decreto sarà incentrato sulla giustizia: il Cdm approverà una norma salva processi, è un impegno assunto direttamente dal premier Giorgia Meloni, per i reati di criminalità organizzata dopo una sentenza della Corte di Cassazione che ha dichiarato illegittime le intercettazioni a carico di un imputato non direttamente imputato di associazione mafiosa.

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