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"Tiene in ostaggio il M5s...". La verità sulla Taverna

La senatrice grillina sarebbe il vero "falco" del Movimento appoggiando in tutto e per tutto Conte: ecco cosa c'è dietro e qual è il quadro fatto dall'ex europarlamentare Dino Giarrusso

"Tiene in ostaggio il M5s...". La verità sulla Taverna

Paola Taverna è molto più che una "semplice" senatrice del M5s. "Avanti compatti insieme a Giuseppe Conte, sempre dalla parte dei cittadini", aveva scritto ieri su Facebook. A parte il suo personale "tifo" per l'avvocato ex premier, sarebbe lei il "vero capo politico" dei grillini secondo quanto affermato dall'ex inviato delle Iene e pentastellato Dino Giarrusso, che ebbe un boom di voti (120mila) all'Europarlamento quando faceva parte del partito grillino e che adesso ha fondato il suo partito, "Sud chiama Nord" assieme all'eclettico sindaco di Messina, Cateno de Luca.

L'ascendente su Conte

Come abbiamo visto sul Giornale, la Taverna si è ormai collocata al ruolo di "contiana di ferro" abbandonando anche i diktat di Grillo per seguire, senza se e senza ma, Conte. Mica male il ragionamento, dal momento che sarebbe anche in odor di deroga per un secondo mandato riservato soltanto a una percentuale bassissima di esponenti del partito. E Giarrusso, che è stato all'interno, sa bene tutto questo anche se a Liberoquotidiano ha ammesso che "non si sa come e perché" sia arrivata così in alto. Oltre ad aver provato a "piazzare" il senatore sardo Ettore Licheri, è la diretta responsabile del flop del Movimento quando sono state stilate le liste per le amministrative, momento in cui c'è stato il vero tracollo.

L'ascendente che ha sull'ex premier è sicuro, tant'é che lo avrebbe spinto "a nominare direttamente quasi 240 referenti sul territorio", spiega Giarrusso. "Allora quando molti M5s dicono che la Taverna 'tiene per le palle i senatori', forse è vero". Gli esempi più lampanti vengono dalla Sicilia dove a Palermo hanno preso Orlando, "sempre criticato" mentre nel Comune di Paternò, alle porte di Catania, hanno stretto alleanza con Cuffaro, "considerato da sempre il diavolo, con Conte che continuava a sdegnarsi". Ancora peggio in Abruzzo, dove a L'Aquila la Taverna è riuscita a mettere la senatrice Stefania Pezzopane, definita da Giarrusso "nostra nemica storica: hanno fatto lo 0,8%". Insomma, lo stipendio prima di tutto, senza il quale lavorebbere in un poliambulatorio di analisi cliniche: è considerata il più falco tra i falchi del Movimento. Il Corriere ha ricordato una sua battuta prima di sfiduciare Draghi: "Oggi li sfonnamo de brutto", in pieno slang romanesco.

Il voto in Aula

Adesso che il pentastellati sono in un vortice senza fine, Giarrusso auspica che si possa andare alle urne "per rispetto del popolo", pur sapendo che il Cinque Stelle avrebberp una batosta dal Centro-destra. "E fa nulla se dalle parti dei miei ex amici e della sinistradicono che può vincere Fratelli d'Italia. Bè, è la democrazia. Bloccare le elezioni per impedire al centrodestra e a Giorgia Meloni di salire a Palazzo Chigi, è davvero la cosa più fascista". Ma i grillini sanno bene che rischiare costerebbe ben 100mila euro, a testa, da oggi a fine legislatura. Impossibile staccarsi dai soldi e dalle poltrone. "Ma te li vedi?", domanda ironicamente al giornalista di Libero. Sarebbe un disastro.

L'ex Iera ricorda, poi, il momento in cui ha deciso di non aderire più alle idee del partito per evitare "l'umiliazione di questa pantomima che sembra uscita da un film di Nanni Moretti".

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