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Toh, Alfano usa l'aereo blu più del ministro degli Esteri

A gennaio il titolare del Viminale ha fatto otto voli di Stato contro i sei di Gentiloni. Meta preferita? La Sicilia. E il Senato "rinvia" la sfiducia

Toh, Alfano usa l'aereo blu più del ministro degli Esteri

Mentre il premier attende di poter volare sul nuovo super-jet perso in leasing da Palazzo Chigi (un Airbus 340-500 ribattezzato Air Force Renzi per la stazza paragonabile all'aeromobile del presidente Usa), il ministro dell'Interno Angelino Alfano si accontenta della normale flotta a disposizione delle più alte autorità dello Stato. Per quanto più modesti rispetto al prestigioso aereo di Renzi, tra i cinque Falcon e i due più piccoli Airbus 319 a disposizione di ministri e sottosegretari per precise esigenze istituzionali, il capo del Viminale sembra trovarsi benissimo sui «voli blu» e li utilizza spesso per spostarsi anche di poche centinaia di chilometri. E in effetti, nei report mensili della presidenza del Consiglio sui voli effettuati dal 31esimo Stormo dell'Aeronautica militare (esclusi quelli relativi a presidente della Repubblica, presidente del Consiglio dei Ministri, ai presidenti di Camera e Senato e al presidente della Corte Costituzionale), Alfano risulta essere il primo tra tutti i ministri per numero di voli.

A gennaio, ma più precisamente dal 15 gennaio fino a fine mese, il ministro dell'Interno è in cielo più del ministro degli Esteri e di quello della Difesa. Nel primo mese del 2016 Alfano usa otto volte l'aereo di Stato, mentre Gentiloni sei volte, e la Pinotti (Difesa) soltanto tre. L'ultimo viaggio di Stato di Alfano è il 29 gennaio, quando il ministro si imbarca per Pisa, e ritorno. Le altre mete di gennaio per Alfano, sul volo di Stato, sono Palermo, Catania, Torino, Verona e un salto fuori dall'Italia, ad Amsterdam, il 24 gennaio.Anche a dicembre 2015 Alfano batte tutti per numero di voli (non per ore di volo, perché molto spesso i colleghi che curano dossier internazionali hanno mete più lontane). Siamo a dieci voli, contro i cinque del ministro degli Esteri (che vola a Rabat, Belgrado, Parigi, Pristina) e i quattro del ministro della Difesa (Emirati Arabi, Afghanistan). Il passaggio sugli aerei di Stato è indispensabile per Alfano per arrivare e tornare da Reggio Calabria l'8 dicembre, ma anche per raggiungere Milano, Genova, Trieste, Aviano, Palermo, e anche qui due viaggi all'estero: uno a Bruxelles e l'altro a Londra. Negli altri due mesi precedenti Alfano deve cedere il primo posto a Gentiloni, ma con un distacco di misura, solo un volo di Stato in più per il ministro degli Esteri rispetto ad Alfano, che resta subito dopo l'utilizzatore più frequente della flotta tra i colleghi dell'esecutivo (premier a parte).

Tutto ciò malgrado il regime di austerity introdotto, dopo gli eccessi del passato, con una circolare del segretariato generale di Palazzo Chigi nel maggio 2013. Lì, per prevenire l'utilizzo immotivato dei costosissimi voli di Stato da parte dei membri del governo, si sono introdotti precisi vincoli da soddisfare per ottenere il permesso. In particolare, si legge nel documento, «sarà necessario assicurare che ogni istanza per la concessione di un volo di Stato sia corredata da documentazione attestante le circostanze che rendono indispensabile ed eccezionale l'utilizzo del mezzo aereo (inderogabilità, urgenza, motivazioni istituzionali, mancanza di mezzi di trasporto alternativi), precisando, altresì, le circostanze e le attività, precedenti o successive alla missione, ostative all'uso di voli commerciali o altri mezzi di trasporto». In sostanza, il volo di Stato non si dovrebbe usare quando è possibile raggiungere la destinazione anche con un normale volo di linea. Come fa il premier britannico David Cameron, fotografato l'estate scorsa da una passeggera su un volo della Easyjet mentre sgranocchiava delle Pringles alla paprika.

Ma ieri intanto il Senato ha bocciato la richiesta dei 5 Stelle di inserire in tempi brevi nel calendario dei lavori la mozione di sfiducia presentata nei confronti di Alfano.

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