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Dopo Torino anche a Roma: registrato il figlio di due papà

L'anagrafe capitolina si adegua senza una sentenza

Dopo Torino anche a Roma: registrato il figlio di due papà

Roma Da Torino a Roma. L'amministrazione capitolina iscrive spontaneamente, senza l'ordinanza di alcun giudice, una bimba nata in Canada con due papà. Un caso che segue di pochi giorni uno analogo dove un bimbo nato in Spagna è stato registrato a Torino come figlio di due mamme, una consigliera comunale e la sua compagna.

Dalla sindaca Appendino alla pentastellata Raggi, insomma, le amministrazioni 5 Stelle preferiscono decidere senza attendere le ordinanze dei tribunali. Pioniere, a dirla tutta, era stato il sindaco pd Ignazio Marino che nel 2015 aveva trascritto l'atto relativo alla nascita di un bimbo nato in Argentina e registrato come figlio di due donne. Tornate in patria le due mamme avevano presentato domanda al Comune di Roma perché questa trascrizione venisse riconosciuta anche in Italia. Decisione che aveva provocato reazioni di ogni tipo dividendo il Paese. Ma erano state la Corte di Appello di Trento prima, di Roma dopo, a emettere sentenze favorevoli al riconoscimento di genitori dello stesso sesso. Sempre ieri a Gabicce, sul litorale marchigiano, due gemelli nati negli Stati Uniti sono stati registrati all'anagrafe come figli di due padri. Secondo il legale che ha seguito questi casi, l'avvocato Alexander Schuster, la pronuncia della Corte di appello di Roma del 15 febbraio, finora riservata, conferma che non è contrario all'ordine pubblico il riconoscimento delle sentenze canadesi che riconoscono a tre figli il secondo padre, ordinando a Roma, che non aveva proceduto alla trascrizione, di dare seguito alla richiesta. Nel giugno scorso la capitale era stata già condannata per il rifiuto opposto al riconoscimento di una sentenza francese di adottiva da parte di una madre. Gli uffici comunali, dunque, hanno eseguito prontamente l'ordine giudiziario e oggi i bambini hanno documenti che menzionano entrambi i genitori. Schuster ha seguito anche il caso della bimba canadese registrata a Roma. Dopo mesi di lavoro con gli uffici comunali e con i tecnici dello stato civile, che hanno valutato tutti gli argomenti pro e contro, e senza intervento di alcun giudice, lo scorso 6 aprile il Campidoglio ha eseguito la piena trascrizione, con effetto immediato in Italia, dell'atto di nascita canadese. Iter concluso solo ieri con le ultime formalità anagrafiche.

Decisione rivoluzionaria per il legale e per l'associazione Famiglie Arcobaleno. Atto a dir poco contrario non solo ai principi dei diritti naturali ma anche al codice civile italiano per il senatore Maurizio Gasparri: «I sindaci grillini calpestano la realtà della vita, della natura, della legge. Dico anche agli amici della Lega: con questa gente si possono fare governi?». «Salvini -ricorda Gasparri- più volte come me e tanti altri ha difeso le ragioni del diritto naturale e si è schierato contro la stepchild adoption». Sui social del resto, lo stesso leader leghista commenta negativamente: «Questo non è futuro, è egoismo».

Di idee opposte il portavoce del Gay Center Fabrizio Marrazzo: «Ci auguriamo che la decisione del Campidoglio possa essere uno dei punti del contratto che le forze politiche stanno discutendo per la formazione del nuovo Governo». Per Giorgia Meloni invece, «il Comune di Roma registra una bambina avuta con l'utero in affitto, illegale in Italia.

Di Maio dica chiaramente che il movimento Cinque Stelle è a favore di questa pratica disumana, che per Fratelli d'Italia dovrebbe invece essere reato universale».

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