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Torna Bin Laden (figlio): «Attaccare l'Occidente»

Il 24 enne Hamza rilancia il ruolo di Al Qaida. La Cia: il leader dell'Isis Al-Baghdadi ha violentato un'ostaggio Usa

Chi pensa ad una rivolta sbaglia. Quello di Sirte è solo un fuoco di paglia. E per soffocarlo lo Stato Islamico è pronto ad usare ogni mezzo, dalle stragi ai gas. Le stragi sono già iniziate. Ieri i militanti dello Stato Islamico hanno fatto irruzione in un ospedale di Sirte massacrando 22 feriti del gruppo salafita legato alle locali tribù Ferjani che avevano sfidato la loro egemonia. Subito dopo hanno minacciato di usare gas e armi chimiche se i rivali non abbandoneranno l'ultimo quartiere della città ancora sotto il loro controllo. L'ultimatum - emesso proprio mentre l'Isis è accusato d'utilizzare i gas contro le postazioni curde in Siria - confermerebbe l'esistenza, anche in Libia, di arsenali chimici controllati dal Califfato. E mentre in Libia il bilancio degli scontri tra Stato Islamico e jihadisti supera i 150 morti Hamza Bin Laden, figlio prediletto del defunto capo di Al Qaida, diffonde un audio che suona come un richiamo alle armi per tutte le cellule di Al Qaida. Un richiamo rivolto ai combattenti di Somalia, Marocco e Siria dove l'organizzazione terrorista ritiene evidentemente di poter ancora contrapporsi all'egemonia del Califfato. Nel messaggio il figlio di Bin Laden «saluta tutte le cellule di Al Qaida in Somalia, Marocco e Siria», invitando Abu Mohammad al-Julani (il capo del Fronte al-Nusra, gruppo legato ad Al Qaida e attivo in Siria) «a non spargere sangue haram», ovvero a non uccidere i musulmani.

Sul fronte libico i combattimenti di Sirte attestano invece la netta superiorità militare di uno Stato Islamico che a giugno aveva costretto alla ritirata le milizie di Misurata schierate intorno alla città natale del defunto Muammar Gheddafi. Stavolta ad avere la peggio sembrano i miliziani salafiti insorti, cinque giorni fa, per vendicare Khalid bin Rajab Ferjani, l'imam radicale ucciso dopo essersi rifiutato di avallare i diktat dell'Isis. Dopo esser riusciti a cacciare i rivali dalla nevralgica zona portuale di Sirte i combattenti salafiti hanno dovuto cedere progressivamente tutte le posizioni rintanandosi nel Distretto Tre, l'ultima zona della città ancora sotto il loro controllo. Il quartiere martellato dall'artiglieria del Califfato rischia però di trasformarsi da fortezza in mattatoio. Soltanto nella mattinata di ieri le granate di mortaio cadute sul Distretto Tre uccidono due bambini, un anziano e 35 miliziani salafiti. Subito dopo arriva, la strage dell'ospedale. Sfruttando il caos dei bombardamenti i miliziani dell'Isis s'infiltrano nel quartiere impadronendosi dell'edificio usato come pronto soccorso. Per 22 feriti troppo malconci per fuggire non c'è pieta. Sgozzati, decapitati e fatti a pezzi finiscono carbonizzati nel rogo del palazzo.

Ma in questo scenario di orrore va registrata anche un'altra notizia terribile. Kayla Mueller, l'ostaggio americano in mano all'Isis fino alla morte pochi mesi fa, sarebbe stata costretta ad «avere rapporti sessuali con Al- Baghdadi, il leader dell'Isis». A riportarlo l' Associated Press che cita esponenti dell'intelligence Usa.

La donna sarebbe stata stuprata più volte da Al-Baghdadi, che l'aveva scelta come moglie.

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