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"Torno in campo in Europa. Meloni possibile alleata"

La nipote di Le Pen (Reconquête): "Mi candido. I Conservatori Ecr sono i miei naturali interlocutori"

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Ha suscitato clamore la decisione di Marion Maréchal Le Pen di recarsi in queste ore a Lampedusa per esprimere vicinanza al governo italiano lasciato a suo dire solo dall'Ue a fronteggiare l'emergenza migranti. Candidata come capolista in Francia alle elezioni europee per il partito Reconquête di Eric Zemmour, l'abbiamo intervistata e, in esclusiva a Il Giornale, ha aperto l'ipotesi di un'alleanza in Europa con Giorgia Meloni e l'ingresso nel gruppo Ecr.

Cosa l'ha colpita maggiormente nella sua visita a Lampedusa?

«I numeri. Il fatto che in quest'isola il numero di migranti abbia raggiunto il numero della popolazione locale. Il fatto che un'isola così bella come Lampedusa sia stata trasformata in un gigante campo profughi, sorte che qualcuno in Europa vorrebbe che toccasse all'Italia tutta».

C'è un modo secondo lei per risolvere il problema dell'immigrazione irregolare? Se sì, qual è?

«Questa crisi migratoria ha una portata colossale, è solo l'inizio di ondate sempre maggiori a causa della pressione demografica del continente africano. L'unica soluzione possibile è un'operazione militare europea coordinata sullo stile della cosiddetta operazione Sophia che pattugli i nostri mari e blocchi le navi senza farle approdare sulle nostre coste e contemporaneamente una politica estera europea coordinata in Africa costruendo con i paesi africani accordi di cooperazione alla stabilità del Mediterraneo».

Qual è invece il suo giudizio sul governo Meloni a quasi un anno dall'insediamento?

«I governi devono essere giudicati dai propri popoli. Ma oggettivamente ha ereditato una situazione difficilissima con un'economia messa in ginocchio dal Covid, un debito pubblico molto più alto del nostro e i tanti vincoli posti dall'Europa a partire dall'uso del Pnrr. Nonostante ciò mi sembra che stia cercando di dare un'impronta politica, dal sostegno alle famiglie, al taglio del costo del lavoro, alle tasse sugli extraprofitti. E sta dando centralità all'Italia soprattutto nello scenario geopolitico mediterraneo».

Pochi giorni fa ha annunciato che si candiderà alle elezioni europee come capolista per Reconquete, è un ritorno alla politica attiva dopo vari anni, cosa l'ha portata a prendere questa decisione?

«Ho lasciato la politica nel 2017 perché volevo concentrarmi un po' sulla mia famiglia e sulla creazione dell'Issep ma anche per divergenze rispetto alla linea politica del Rassemblement National. Ho sempre professato l'esigenza di una coalizione tra le diverse forze di destra sul modello italiano. Reconquête nasce con questo spirito e punta a colmare un vuoto politico lasciato in particolare dai Repubblicani ed è per questo che ho deciso di sostenerla tornando alla politica attiva per condurre questo partito alle prossime elezioni europee».

Quale pensa che sarà l'esito delle elezioni per il suo partito?

«Non faccio previsioni. Oggi i sondaggi ci danno stabilmente al 7%, dunque con una proiezione di circa sette eurodeputati eletti, e con ampi margini di miglioramento, cosa eccezionale in Francia per un partito nato solo due anni fa. E sono sicura che cresceremo ancora».

Se eleggerete parlamentari a quale gruppo aderirete? È possibile una vostra adesione all'ECR alleati di Giorgia Meloni?

«È presto per noi parlare di alleanze, prima dobbiamo pensare ad approdare a Bruxelles. Ma personalmente ho ottimi rapporti con molte delegazioni dell'ECR e in ogni caso credo che Giorgia Meloni oggi sia l'interlocutore naturale per chiunque ambisca a creare a destra un progetto di governo. E poi le ricordo che in ECR ho già un marito». (si riferisce all'europarlamentare di FdI Vincenzo Sofo, ndr).

Ha parlato con la Meloni di questa ipotesi?

«Sono discorsi che nel caso faremo il giorno dopo le elezioni europee. Come dite in Italia, non dire gatto se non ce l'hai nel sacco».

Questa domenica sua zia Marine Le Pen sarà a Pontida, come sono i rapporti con sua zia?

«Marine è la mia famiglia. Ma sappiamo tenere i nostri rapporti personali separati dai nostri rispettivi progetti politici. Per me Marine e il Rassemblement National non saranno mai dei nemici ma degli alleati con i quali cooperare, cosa che propongo da molto tempo.

Il nemico è altrove ed è a sinistra».

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