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La Trenta mente sull'affitto. E spunta il cane con la scorta

Parabola della donna che doveva rompere coi privilegi. Invece maxi-casa a 141 euro e assistenza pure a "Pippo"

La Trenta mente sull'affitto. E spunta il cane con la scorta

L'appartamento è in via Amba Aradam e ci vivono in tre: lei, il marito e il cane. Quello che comanda chiaramente è Pippo, uno schnauzer nano dal pelo castano e con il muso biondo. Capita in tutte le famiglie. I cani sono esseri superiori. Non mentono. Non tradiscono. Non vogliono aprire il Parlamento come una scatola di sardine. Tutt'al più se le mangiano. Lo schnauzer è una razza antica, di origine tedesca, dalle terre di Württemberg, dove si dedicava alla caccia ai ratti. Con il tempo si è adattato a una vita più signorile, tanto da finire sulle tele di Rembrandt. È un cane che sta bene con le famiglie di militari. Si fa rispettare. È diffidente con chi non conosce, soprattutto con i topi di appartamento e affettuoso con chi sta ai suoi ordini. Solo perché ha bisogno di spazio, perché ha una vita di relazioni. In tre era sempre una gran confusione per chi entrava e usciva, per gli ospiti, per non mischiare gli uni con quelli degli altri, la noblesse canina, i colleghi con le stellette, i soliti spioni. L'appartamento è proprio dietro la basilica di San Giovanni e la strada porta il nome di una delle poche vittorie coloniali, l'ultimo regalo del generalissimo Badoglio al signor Mussolini, molto prima di soffiargli il posto. Non vi aspettate però una residenza di lusso, nulla di paragonabile alla vecchia residenza al Pigneto, quella suggestiva della Roma pasoliniana. È una casetta dall'affitto modesto, 141,76 euro a cui bisogna aggiungere il salasso di 173,19 euro per i mobili. Fosse stato per Pippo si sarebbe accontentato di una cuccia di Ikea, ma si sa che gli umani sono più vanitosi. Niente di eccezionale, comunque; un semplice alloggio di servizio: quattro camere, due bagni, una cucina con terrazzo, un garage per le auto. Insomma, una casa spartana, da militari senza troppe pretese. Cosa sono 180 metri quadri rispetto a una caserma?

La famiglia oltretutto sta vivendo un momento difficile. La signora ha da poco perso il lavoro e adesso gente senza cuore vuole pure toglierle la casa senza neppure un preavviso. Oltretutto è un appartamento popolare che hanno concesso al marito, un maggiore dell'esercito, che ha visto la sua carriera inabissarsi proprio per il servizio che sua moglie ha svolto per questo Stato cinico e irriconoscente. La signora, che si chiama Elisabetta Trenta, ha dato il suo tempo e la sua fatica come ministro, ministro della Difesa, cioè ha lavorato per la pace e la sicurezza degli italiani, sotto il governo di un certo Conte, uno che non ha sbandierato mai il suo titolo nobiliare, tanto che si faceva chiamare «avvocato del popolo» come un qualsiasi Robespierre. Poi questo Conte in una mattina di fine estate è diventato Conte bis e la signora si è ritrovata da un giorno all'altro senza più un posto dove stare. Fortuna che è riuscita con un paio di telefonate a far passare questa casetta da lei al marito, perché è vero che uno vale uno, ma se si è in due è meglio di uno e pazienza se il terzo abbaiando continuava a ripetere che lui stava bene anche al Pigneto e certe furbate non sono degne della sua dignità. Gli antenati di Pippo saranno pure stati dei cacciaratti, ma lui è un cane due volte onesto. Onesto onesto.

Alla fine Pippo, schiatta schnauzer da sette generazione, orgogliosamente nano, ha fatto valere le sue ragioni: la signora ha rinunciato alla casa popolare. Bau bau. Niente più visite, niente più affollata vita sociale, e soprattutto niente più personaggi con il cappotto anche a primavera, le sciarpe a coprire il viso, le scarpe da piedipiatti e quel parlare sempre sottovoce come se fossero sempre raffreddati. Pippo questi strani professori che passavano tutti i giorni a via Amba Aradam li ha trovati sempre più inquietanti. La cosa più bella è che ora Pippo non ha più sempre due guardiaspalle in divisa che lo accompagnavano a casa. La signora non si fidava di lui: sempre scortato, perfino nel parco quando doveva fare pipì. Questa non era una vita da cani. Ci mancavano solo le auto blu. Uno strazio. Tutti riverenti. Davanti a lei. Pippo che bel musetto che hai. Pippo prendi l'osso. Comandi Pippo, comandi signore. Poi alle spalle era una raffica di vaffa. Il soldato Pippo era pure fiero di questo ruolo militare. Si sentiva una sorta di Rin tin tin. Bello come un eroe del west, ai confini della frontiera, con le giacche blu, con il piccolo Rusty, il tenente Rip, il sergente Biff O'Hara e il resto della truppa. Certo quelli erano i tempi di John Wayne e Rin Tin Tin era un pastore tedesco. Ma che importa? Ogni tanto illudersi è bello. Pure uno schnauzer nano dal pelo castano e con il muso biondo può sentirsi un cane lupo.

Uno vale uno. O no?

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