Cronache

Truffe milionarie al telefono, anziani nel mirino

La gang vendeva finte riviste di polizia. Oltre 40 le vittime, tra questi anche imprenditori

Truffe milionarie al telefono, anziani nel mirino

Milano «Buonasera signora, chiamo dall'ufficio del giudice Boccassini... Qui risulta che lei ha molti arretrati non pagati...». Difficile, in particolare per una persona anziana e sola, rifiutarsi di consegnare altro denaro a quelle persone così insistenti. E che raccontavano di appartenere alle forze dell'ordine o al Tribunale. La tecnica della banda di truffatori scoperta dalla Procura di Milano era più che collaudata e da anni dava ricchi frutti. Nell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Riccardo Targetti e dal pm Isabella Samek Lodovici e condotta da polizia di Stato, carabinieri, polizia locale e Guardia di finanza sono finite in totale 29 persone. Quattro di loro sono finite in carcere con l'accusa associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all'estorsione. Sono Luca Martire, Diego Cesare Diani, Biagino Liberti Cerbone e Fabrizio Montanari, tutti pregiudicati per reati dello stesso tipo. Nel periodo entrato nell'indagine, da fine 2012, avrebbero guadagnato oltre un milione l'anno.

Gli indagati contattavano le vittime attraverso i propri call center. Molti anziani, ma anche professionisti e imprenditori. Proponevano abbonamenti a riviste spacciate per quelle ufficiali delle forze di polizia. Qualche esempio: Annuale di Protezione civile, I cinque corpi dell'Arma, Polizia. Il costo della sottoscrizione andava dai 100 ai 3.500 euro. Da qui partiva l'incubo. Le persone prese di mira (una quarantina sono riportate nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Andrea Ghinetti, ma sarebbero oltre cento quelle finite nella rete) ricevevano insistenti telefonate, sempre più aggressive, con richieste di altri soldi e di presunte penali dovute per il mancato rinnovo dell'abbonamento. I telefonisti, che per gli inquirenti erano consapevoli della truffa e venivano istruiti dai loro capi o trovavano le frasi da usare in una sorta di manuale, minacciavano denunce, azioni legali, pignoramenti della pensione: «Signora, le mando la Finanza a questo punto», «Se recede dal contratto, le mando Equitalia», «La faccio inserire come cattivo pagatore». Tanto che spesso i malcapitati pagavano in contanti, per paura di finire a processo o solo per essere lasciati in pace.

Un'anziana assoggettata per tre anni ha sborsato fino a 35mila euro. Un imprenditore ben 160mila euro. Il figlio della Signora Adalgisa (il nome è di fantasia) si è rivolto al Pool anti truffe della Procura allertato dalla banca per i continui prelievi della madre. Lei, impaurita, non gli dava spiegazioni. Diceva solo: «Stai tranquillo, quelle sono brave persone». Poi appuntava minuziosamente le date dei pagamenti fatti a un fantomatico «Dott. Lo Merzio di Equitalia». Sono 13 le società sospette censite dagli inquirenti. Tra queste, New Call Center srl, Nuova Comunicazione sas, Belli e Pettinati srl. Le indagini sono partite, oltre che dalle denunce, anche dalle molte telefonate che arrivavano al Tribunale con la richiesta di parlare con i truffatori-finti funzionari. «Le truffe, in particolare ad anziani, sono un allarme sociale - ha sottolineato Targetti -. Questi criminali sono spregevoli e causano danni psicologici devastanti.

Molto è stato fatto per contrastarli, ma rispetto ad altri Paesi da noi le pene sono ancora troppo lievi».

Commenti