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Trump perde l'ideologo. Via lo stratega Bannon

Dopo le polemiche sui suprematisti, silurato il pensatore di destra. Vittima di liti nello staff

Trump perde l'ideologo. Via lo stratega Bannon

È divorzio tra Donald Trump e Steve Bannon, l'uomo simbolo del nuovo corso politico che il 45esimo presidente degli Stati Uniti voleva imprimere con il suo insediamento alla Casa Bianca. Invece le cose sono andate in maniera diversa. Da giorni circolavano voci che davano in bilico l'ex numero uno del sito di estrema destra Breitbart News, e la conferma è arrivata nel mezzo della bufera che sta travolgendo il tycoon, accusato di un atteggiamento troppo morbido verso i suprematisti bianchi, il Ku Klux Klan e i neo-nazisti.

A rivelare che il capo stratega di Trump era «fuori» sono state alcune fonti vicine a Pennsylvania Avenue, ufficializzate poco dopo dalla portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders. «Il capo di gabinetto John Kelly e Steve Bannon hanno convenuto di comune accordo che oggi sarebbe stato l'ultimo giorno per Steve. Siamo grati per il suo servizio e gli auguriamo il meglio».

Per molti in realtà Bannon, la cui nomina in gennaio è stata accolta da feroci critiche, è stato licenziato: secondo la Cnn il Commander in Chief è furioso per una sua recente intervista in cui lo ha contraddetto sulla Nord Corea, affermando che «non esiste nessuna soluzione militare alla crisi». Parole che hanno creato grande imbarazzo, con il segretario di stato Rex Tillerson e il capo del Pentagono James Mattis costretti a ribadire con forza come gli Usa siano più che pronti ad un'azione di forza se Pyongyang dovesse insistere con le provocazioni. E dalla rabbia di Trump, nella sua residenza in New Jersey, si è capito che il capo stratega avrebbe avuto vita breve.

Una fonte vicina a Bannon, scrive il New York Times, insiste invece che è stato lui a presentare le sue dimissioni al presidente il 7 agosto, e che sarebbero state annunciate all'inizio di questa settimana, ma la vicenda è stata rinviata in seguito ai fatti di Charlottesville.

L'ultraconservatore, uno dei più stretti consiglieri del tycoon, oltre che principale regista della sua vittoriosa campagna elettorale, era in lotta da mesi con altri membri dell'entourage, a partire dalla figlia prediletta del presidente, Ivanka, e dal genero Jared Kushner. Nell'intervista che avrebbe scatenato le ire di The Donald, peraltro, lui stesso ha rivelato di «combattere con i suoi colleghi ogni giorno». Lo scorso aprile Bannon era stato anche rimosso dal Consiglio per la Sicurezza Nazionale, una scelta motivata dal fatto che il suo compito si era esaurito, poiché era stato nominato per sorvegliare il lavoro dell'ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn, costretto alle dimissioni nell'ambito del Russiagate. Ma per molti era il segnale della volontà di un rimpasto del governo verso posizioni più moderate.

«Steve non ha mai giocato in squadra», ha rivelato un funzionario dell'amministrazione Usa. L'ultimo braccio di ferro è stato con il consigliere economico della Casa Bianca Gary Cohn, l'ex di Goldman Sachs che i mercati temono possa abbandonare, e che è considerato l'unica garanzia che l'agenda economica di Trump possa fare davvero dei passi concreti.

Ora la possibilità di un suo addio sembra allontanarsi e i mercati respirano, con Wall Street che chiude la settimana recuperando parte delle perdite dei giorni scorsi.

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