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Tutti diversi, tutti uguali Stravagante Valentino

Pierpaolo Piccioli esalta il valore dell'individualità In passerella frange, fiori, colori e strani copricapo

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Parigi Dici «stravaganza» e subito ti viene in mente l'aristocratica inglese che usa i vestiti vittoriani della bisnonna per andare a un rave e in testa, al posto del cappello, mette un vaso rovesciato. Peccato che la parola venga dal latino medioevale «extra-vagans», ovvero: «colui che esce fuori, che oltrepassa, che vaga al di là». Su questo concetto in fondo drammatico perché presuppone un livello di civiltà tanto alto quanto auspicabile, Pierpaolo Piccioli racconta di aver costruito la sua seconda collezione di alta moda centrata sull'inclusività.

«La sola cosa che questi modelli hanno in comune è non aver nulla in comune» dice il designer romano poco prima di una sfilata complessa quanto il mondo per cui a un certo punto ci si sente come persi in un giardino incantato dove abitano donne-fiore, fate tibetane, farfalle con le gambe e creature di un altro pianeta. Tra le modelle spicca per grazia e delicatezza Lauren Hutton, 75 anni portati da Dio anche se nel finale zoppica vistosamente appoggiandosi al braccio di una dea dalla pelle color ebano. È una scena che scalda il cuore soprattutto nel mondo della moda dove qualcuno si è recentemente permesso di dar della cessa a Madonna facendo pesanti riferimenti alla sua non più verde età. Certo ci vuol altro per lottare contro l'ageismo anche perché ci vuole davvero un fisico bestiale per indossare come si deve questi capolavori di alta sartoria. C'è ad esempio un modello di tuta unita alla sua stessa cappa che è l'equivalente vestimentale di un orologio grand complication: non si sa come maneggiarlo, ma è una cosa da sogno. Le modelle sfilano su una colonna sonora da brivido: Dusty Springfield che intona The Look of Love, Nina Simone con Wild is the wind e poi Aretha Franklin e Yo Yo Ma. Descrivere tutto è impossibile: solo per i cappelli si parte dal fez e si arriva alla gompa tibetana ma poi ci sono anche le acconciature imperiali cinesi e qualche colorotatissimo pon pon della Mongolia. La prima uscita è una lunga tunica-cappotto con frange di grossa lana gialla usate anche per il cappello a cuffia. Seguono in ordine sparso 71 tripudi d'individualità. Maria Carla Boscono in verde dalla testa ai piedi ha una grazia senza pari nel farsi roteare attorno al corpo sottile come una liana i chilometri di chiffonn color prato che compongono la sua gonna. Il pezzo che ci piace di più è una semplice gonna dritta di una tinta indefinibile tra arancio e Madera che Mr Piccioli assembla con una sublime blusa rosa antico e dei guanti alla moschettiera interamente coperti di paillette bordeaux.

Quello che ci commuove maggiormente è una costruzione architettonica fatta da innumerevoli quadrati di tessuto foderato a mano tenuti insieme da altrettanti fiocchi. «Per fare questo vestito spiega Pierpaolo ci sono voluti tre mesi di lavoro di tre persone». Non a caso nel finale il designer romano esce circondato da sarti, sarte e premiere: la gente che lavora con lui per rendere possibile un sogno chiamato alta moda. Claire Waight Keller, designer di Givenchy, non sembra per nulla propensa a gesti del genere e infatti titola la collezione couture del prossimo inverno Noblesse Radicale immaginando le solite persone di sangue blu intente a ribellarsi non si sa bene a cosa né perché. Detto proprio fuori dai denti alla signorina consiglieremmo un tuffo in un libro di Gianni Versace: Rock & Royality. Perché a volte per essere convincenti bisogna proprio sporcarsi un po' le mani. Sulla collezione Artisanal di Margiela byu John Galliano è veramente difficile dare un giudizio perché 46 minuti di ritardo, tutti in piedi e stipati come sardine al centro della passerella di specchi e con la straziante colonna sonora di Jacques Breil che canta Ne me quitte pas farebbero saltare i nervi anche a Giobbe. A questo aggiungete che il mitico designer di Gibilterra ha fatto proiettare sulle pareti delle immagini di nudi che in qualche modo interagivano con i vestiti e questi in almeno 20 casi erano calzoncini, giarrettiere e stivali a tacco alto indossati da maschi o sedicenti tali.

Alla parte en travesti della sfilata fanno da contraltare dei magnifici vestiti a panier, fatti magari con dei vecchi pantaloni da uomo. Però tutta sta stravaganza alla fine dove diavolo può portare?

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