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Tutti i difetti della legge sulla riduzione dei parlamentari

Per il 5 Stelle il ddl taglia-poltrone farà risparmiare 500 milioni a legislatura. In realtà sono di meno, oltre al fatto che la riforma non migliorerà l'efficienza del Parlamento. Che, per il costituzionalista Luciani, diventerà "un'élite"

Tutti i difetti della legge sulla riduzione dei parlamentari

Un risparmio atteso di 500 milioni di euro a legislatura. Quanto basta per indurre gran parte dei deputati a votare "sì" al ddl taglia-poltrone, arrivato martedì all'esame della Camera. Una proposta che non è stata accolta da tutti con lo stesso entusiasmo. Vedi il Pd, protagonista di una giravolta che l'ha portato nel giro di otto mesi da invocare la "resistenza civile" contro gli "assassini della democrazia" a schierarsi a favore della riduzione degli onorevoli, che passeranno da 945 a 600 (400 deputati e 200 senatori).

Ma non è tutto oro ciò che luccica. A dirlo non è solo +Europa. Il partito di Emma Bonino è l'unico tra quelli presenti in Aula ad annunciare il suo voto contrario. Il motivo? "Comprime rappresentanza e pluralismo", spiega il deputato Riccardo Magi.

Ed è proprio la diminuzione della rappresentatività il punto più discusso da politici e costituzionalisti. Tra loro spicca l'onorevole pentastellato Gianluca Vacca, che su Facebook osserva come la riforma abbia "cose buone e meno buone". Come la diminuzione della "rappresentatività democratica parlamentare", dato che "l'Italia andrà ad occupare le ultimissime posizioni" nel rapporto tra abitanti e numero di parlamentari.

Rapporto che, osserva il costituzionalista Massimo Luciani sulle colonne del Corriere della Sera, "si ridurrebbe ancora di più" se passasse la proposta Letta per allargare il diritto di voto ai 16enni. Ma per Luciani il vero pericolo è un altro, ovvero la trasformazione del Parlamento in una "élite". D'accordo anche il giudice emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese: "Il sistema diventa più oligarchico: più decisioni dall’alto e meno decisioni prese dal popolo". Sbagliato, per Luciani, anche il momento scelto per la riduzione del numero degli onorevoli: "se per caso il governo dovesse cadere - avverte - esiste il rischio concreto di rimanere appesi a una riforma che, per ammissione dei suoi stessi sostenitori, sarebbe malfunzionante senza i correttivi".

Riforma che, per i 5 Stelle, farebbe risparmiare allo Stato 500 milioni l'anno. Stima che l'Osservatorio dei conti pubblici diretto da Carlo Cottarelli giudica ottimistica. In realtà, le minori spese ammonterebbero a "soli" 57 milioni l'anno, dunque 285 a legislatura. Quasi la metà di quanto sostenuto da Luigi Di Maio. Anche se il risparmio è indiscutibile.

Non si può dire lo stesso per la produttività del Parlamento. Ovviamente, per il Movimento aumenterà. Non per Luciani: "L’annunciata maggiore efficienza delle Camere non poggia su alcun elemento probatorio", sostiene il costituzionalista.

Anche perché, per adesso, i correttivi al ddl taglia-poltrone oggetto del patto Pd-M5S-Italia Viva-Leu sono solo sulla carta.

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