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Tutti in processione dai Signori dei collegi

Ecco chi sono i politici più ricercati del momento: nelle loro mani il destino dei candidati

Tutti in processione dai Signori dei collegi

Assediati come nel Fosso di Helm, protetti da armate di segretarie che rimbalzano telefonate e respingono questuanti, sono gli uomini più ricercati d'Italia. E lo saranno fino alle ore 19.59 del 29 gennaio, termine ultimo per presentare le liste elettorali sia dei collegi uninominali che di quelli plurinominali. Sono gli uomini più desiderati del momento, i «Signori delle liste». Inseguiti con un obiettivo decisamente più alla portata dell'anello della mitologia tolkeniana: un seggio per entrare nel Parlamento della diciottesima legislatura.

Certo, l'ultima parola spetta sempre al leader del partito, che si chiami Silvio Berlusconi per Forza Italia o Matteo Renzi per il Pd. Ma prima di arrivare a loro c'è un lungo lavorio, la cosiddetta «istruttoria», nella quale si studiano nel dettaglio i 348 collegi uninominali e quelli plurinominali, le loro dimensioni, i relativi sondaggi e i candidati. Cercando con un lungo taglia e cuci di mettere insieme gli interessi dei singoli partiti con quelli della coalizione, in un gioco di equilibri che si chiuderà solo quando le liste saranno depositate in Corte d'Appello.

Nel Pd la pratica è tutta nella mani del ministro dello Sport Luca Lotti e del coordinatore della segretaria dem Lorenzo Guerini. Il secondo cura di più il fronte della coalizione e delle alleanze, mentre il primo è concentrato sul partito in senso stretto. Ed è il suo, dicono al Nazareno, il tratto di penna che sancisce il via libera a una candidatura. Ovviamente con l'avvallo di Renzi, che è intenzionato a vivisezionare le liste. Il suo controllano, giura chi lo conosce, «sarà ossessivo». Ridimensionata dalla vicenda Etruria è invece Maria Elena Boschi, che sarà costretta a concentrarsi soprattutto sulla sua di candidatura. Sul fronte Forza Italia, Berlusconi ha affidato tutto a Niccolò Ghedini che, ormai da mesi, è concentrato sia sulla partita alleanze che sul nodo candidature. Un dossier nel quale, a diverso titolo e comunque in seconda battuta, sono coinvolti anche altri storici esponenti azzurri: da Sestino Giacomoni (che è responsabile dei coordinatori regionali di Forza Italia) a Paolo Romani (che ha dialogato con Marco Minniti nei giorni in cui il Viminale ha ridisegnato i collegi) fino a Mariastella Gelmini (che è coordinatrice in Lombardia, dove Forza Italia e Lega si devono accordare su ben 45 collegi uninominali). Nel Carroccio la pratica è tutta nelle mani di Giancarlo Giorgetti, uomo per così dire «invisibile» ma che conosce e governa le cose della Lega dagli anni d'oro di Umberto Bossi. Vista la struttura «federale» del movimento, un ruolo se lo ritagliano anche Paolo Grimoldi e Toni da Re, rispettivamente segretari della Lega Lombarda e della Lega Veneta. Per quanto riguarda Fratelli d'Italia, l'istruttoria è affidata a un triumvirato composto da Giorgia Meloni, Fabio Rampelli e Ignazio La Russa. Mentre saranno soprattutto Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema (aiutati da Nico Stumpo) a decidere i candidati di Liberi e Uguali. Nei Cinque stelle, invece, ultima parola a Luigi Di Maio (che avrà potere di veto sui risultati delle parlamentarie e deciderà i candidati all'uninominale). Dovrà farlo coordinandosi con Davide Casaleggio, soprattutto per i collegi del Nord.

E sarà aiutato da Vicenzo Spadafora, l'uomo ombra del vicepresidente della Camera, e Rocco Casalino, il regista della comunicazione del Movimento.

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