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Un'altra grana per il sindaco: in tilt i lavori per il Giubileo

Due cantieri su tre sono ancora al palo

Un'altra grana per il sindaco: in tilt i lavori per il Giubileo

Roma - Il primo tempo della sindaca Raggi è persino peggio di quello - memorabile - di Ignazio Marino. Servirà un'impresa. Dopo le bacchettate dell'Osservatore Romano per un'incuria cittadina a livelli record, ora Il Messaggero pubblica un dossier con lo stato dei lavori (fantasma) per questo benedetto (si fa per dire) Giubileo. Ebbene, a nove mesi dall'apertura della Porta Santa due cantieri su tre resterebbero inesorabilmente al palo. E non c'è più tempo per rimediare, a novembre si chiude l'anno santo. Con le questioni dell'abusivismo, di Ama, Atac e polizia municipale ancora in sospeso ci sarà di che penare per la sindaca acqua e sapone. Nel novembre scorso si ipotizzavano possibili lavori fermi e ritardi, ora è tutta una certezza.

E così, per via delle solite lungaggini burocratiche e di improvvisi cambi di strategia della soprintendenza, saltano la riqualificazione totale di via Aurelia e parziale di piazza Venezia. Dove si procede a macchia di leopardo tra ingorghi e cunette di terriccio. Niente da fare anche per la risistemazione del Tridente e dei temibili giardini di piazza Vittorio. Saltano anche gli attesi restauri di Villa Caffarelli e dell'incantevole piazza Campitelli. Rinviati, infine, i progetti per le piazze del centro storico, dell'Isola Tiberina, di Ponte Milvio e dell'area della stazione Tiburtina. Ma non è solo una questione di cosa da fare. Sei milioni di euro sono costati gli interventi nei giardini attorno alle basiliche di San Pietro, San Giovanni e San Paolo. Ora è tutto di nuovo in abbandono. Nelle aiuole di via dei Fori Imperali, di piazza Venezia, delle pendici del Campidoglio e sui marciapiede a ridosso del Colosseo cresce altissima l'erba.

Sempre secondo Il Messaggero il flop del piano straordinario di interventi per il Giubileo della Misericordia (approvato nell'agosto 2015 e ratificato dal governo con un decreto della Presidenza del consiglio) sarebbe stato certificato con una delibera tecnica della scorsa settimana. E il quadro che emerge è piuttosto eloquente: appena 42 progetti conclusi, o almeno avviati, sui 146 che facevano parte del piano iniziale. E la poca affluenza dei pellegrini (per un Giubileo inventato da papa Francesco e snobbato dai media stranieri) è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

«Ma i rimproveri dell'Osservatore Romano non fanno altro che fotografare la cruda realtà della Capitale, una città in completo stato di abbandono - annota polemicamente il consigliere comunale Pedica del Pd - dove bastano quattro gocce d'acqua per mandarla in tilt. Al solito. Tutto questo mentre la Raggi, il sindaco eletto dal 67 per cento dei romani, passa il tempo a selezionare curricula di aspiranti assessori che durano da Natale a Santo Stefano. Non doveva cambiare Roma? Dove sono finite le promesse della campagna elettorale? Si dia da fare e si smarchi da Beppe Grillo, altrimenti alzi bandiera bianca, i cittadini vogliono vivere in una città normale». In attesa di cambiare il volto della città, la sindaca Raggi si dovrà limitare a quello degli assessori.

Finché resistono le barricate.

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