Politica

"Unità della coalizione e identità: ecco la sfida azzurra"

La vicepresidente di Fi alla Camera organizza la scuola di formazione politica. Oggi al via

"Unità della coalizione e identità: ecco la sfida azzurra"

Milano Tre giorni a Calvagese della Riviera, un passo dal lago di Garda, per la scuola di formazione politica a cui sono iscritti duecento giovani e i più importanti politici di Forza Italia. A chiudere, domenica mattina, Silvio Berlusconi. L'appuntamento arriva dopo Giovinazzo, Fiuggi, Bologna e segnala un certo movimentismo azzurro. La scuola del Garda si chiama «Forza Futuro», sottotitolo «restart», ripartenza. C'è l'idea del travaglio che vive il partito, in cerca di uno spazio vitale tra i due Mattei, Renzi e Salvini.

Onorevole Gelmini, Forza Italia ha bisogno di ripartire da capo?

«Restart è lo slogan della scuola, ma è anche una sfida. Dobbiamo ripartire, ricominciare a essere noi stessi, mettendo al centro i nostri valori di centrodestra e la leadership di Berlusconi. Serve la capacità di andare controcorrente: tutti parlano male della politica e invece duecento giovani ci mettono la faccia e ci credono che si può cambiare l'Italia non solo da Palazzo Chigi ma dai Comuni. Con l'unità della coalizione: per questo avremo ospiti anche di Lega e Ncd».

Spesso la Lega dà l'impressione di cercare l'egemonia più che la coalizione. Forza Italia non rischia di rimanere schiacciata?

«Se per Salvini è la stagione della ruspa, per noi è la stagione del cantiere. Salvini è bravissimo a portare la Lega a consensi significativi ma da solo non va da nessuna parte e siamo noi a mettere in campo ricette concrete per il Paese, per i territori, per le imprese. Parleremo proprio di questi progetti».

Uno dei temi fondamentali del convegno è l'immigrazione. Qual è la soluzione di Forza Italia?

«La nostra non è la ricetta Salvini. Ne parleranno Tajani, Santanché, Ravetto, in una prospettiva soprattutto europea. Noi siamo per il rispetto delle regole, diciamo no alla politica delle porte aperte a tutti della sinistra, ma pensiamo anche che nel nostro Paese ci debba essere lo spirito di solidarietà che ci è sempre stato».

Come si concretizza questa solidarietà?

«Tornando a far giocare un ruolo decisivo all'Italia in politica estera, soprattutto nell'area euromediterranea. Non è solo una questione di quote, ma di giocare un ruolo decisivo a cui Renzi ha rinunciato, preferendo prendere ordini dalla Merkel. L'unico tentativo di alleanza con la Russia contro l'Isis è stato fatto con il viaggio di Berlusconi».

Intanto parlamentari di Forza Italia scelgono di seguire Verdini per stare con Renzi.

«La storia di questi ultimi anni dimostra che chi esce da Forza Italia non solo delude i propri elettori ma si condanna all'irrilevanza politica. Noi siamo in difficoltà perché contro Berlusconi, caso unico come è ormai chiaro, è stata usata l'arma della legge Severino. Credo che Forza Italia debba trovare la propria strada. Senza scimmiottare Salvini, perché tra la copia e l'originale si sceglie l'originale, ma nemmeno mettendosi in fila alla corte di Renzi».

Il Partito della Nazione di cui è tanto parlato è fuori da ogni orizzonte politico?

«All'orizzonte non c'è un Partito della Nazione ma un Pd a immagine e somiglianza di Renzi. Chi proviene da una cultura di centrodestra non può iscriversi al Pd, anche se è diventato renziano. Sono per l'alternanza».

L'anno prossimo si vota per i sindaci di Milano, Torino, Bologna, Napoli, per citare solo gli appuntamenti più importanti. Servono accordi generali di coalizione o scelte locali?

«Credo nell'unità del centrodestra. Mi auguro che a breve ci sia un incontro tra Berlusconi e Salvini che si allarghi a tutti i componenti della coalizione.

Milano, Torino, Bologna, Napoli sono l'occasione per scegliere insieme le persone, i candidati per vincere la sfida e liberare le città da cattivi governi».

Commenti