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Veltroni corteggia il M5s per scalare il Colle

Nel 2022 scade il mandato di Mattarella e l'ex segretario si prepara

Veltroni corteggia il M5s per scalare il Colle

Roma - Walter Veltroni gioca d'anticipo e prepara il campo per la sua personale partita: l'elezione del prossimo presidente della Repubblica. L'ex segretario del Pd ci pensa: non ha mai nascosto l'ambizione di puntare al Colle. Già nel 2015 e 2013, il nome di Veltroni era i papabili per la corsa al Quirinale. Oggi il quadro politico è completamente cambiato: il M5s è la prima forza in Parlamento e ha i numeri che possono spostare l'ago della bilancia nella scelta del futuro capo dello Stato. Nel 2022 il presidente Sergio Mattarella concluderà il settennato. Se arriverà a fine legislatura, dunque, il Parlamento che sta entrando in carica avrà il compito di eleggere il nuovo inquilino del Colle: un passaggio istituzionale cruciale, sottovalutato nelle trattative post-elezioni, che però non è sfuggito all'ex sindaco di Roma, tra i primi nel Pd a sdoganare un'intesa tra grillini e dem. La maggioranza che si formerà nelle consultazioni con Mattarella sarà quella che tra quattro anni darà le carte per eleggere il capo dello Stato. Uno scenario che ha spinto Veltroni a interrompere il silenzio.

Nell'intervista al Corriere della Sera, si è smarcato dalla linea politica (che aveva condiviso anche nella fase della scissione) di Renzi, ipotizzando una prospettiva nuova per il partito: la collaborazione con i Cinque stelle: «A certe condizioni e con la regia del Colle il Pd dialoghi. Se a fine crisi emergesse un'ipotesi a certe condizioni programmatiche, come politiche sociali e adesione alla Ue, sarebbe bene discuterne». Le parole di Veltroni servono a testare il campo, capire se ci siano margini per una trattativa su una futura convergenza.

Con la mossa a sorpresa, che ha fatto infuriare Renzi, Veltroni gioca il ruolo di mediatore tra Pd e M5s. Sperando di attirare simpatie e consensi nell'universo grillino. Un accordo tra democratici, Leu e pentastellati per la nascita di un governo sarebbe la pietra su cui l'ex sindaco di Roma vuole costruire la propria elezione a presidente della Repubblica. Non è un caso che i renziani, infastiditi dalla fuga in avanti di Veltroni, abbiano immediatamente affidato ad Andrea Marucci una replica piccata, chiudendo le porte all'asse con i Cinque stelle. Ma Veltroni ha a cuore soprattutto il suo futuro in cui sogna di indossare i panni del capo dello Stato con la benedizione di Grillo e dell'intellighentia di sinistra.

È chiaro che nel Pd si stiano incrociando più partite: Renzi medita la rivincita, guardando alle politiche del 2023. Convinto di poter ribaltare un risultato elettorale che oggi colloca il Pd come terza forza del Paese, dopo M5s e centrodestra: cinque anni di opposizione per ricostruire un legame con la base che ha abbandonato i dem per votare Lega e M5s, evitando un accordo suicida con Di Maio. La partita di Veltroni è un'altra: opzionare la poltrona del Colle.

Abbandonando definitivamente la strada della fuga (sempre solo annunciata) in Africa.

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