Cronache

Tra vent'anni ce l'avremo tutti. E il pericolo saranno gli hacker

Si risparmieranno miliardi. Ma bisognerà ripensare le strade

Tra vent'anni ce l'avremo tutti. E il pericolo saranno gli hacker

Tutti pazzi per l'auto a guida autonoma, quella che può viaggiare senza l'ausilio del pilota che, a questo punto, a bordo può «tranquillamente» dilettarsi a fare altro. È la nuova frontiera che si sono posti i costruttori. I primi risultati degli investimenti miliardari sono già tangibili e disponibili per il mercato. Google e Apple sono partiti a razzo con la sperimentazione, Mercedesne ha fatto la propria bandiera con la nuova Classe E. Tutto bene, dunque, almeno fino a quando non è spuntata la prima vittima causata dall'incidente che ha visto protagonista l'elettrica Tesla Model S, con attivato il sistema «Autopilot» (in questo momento, il massimo della guida autonoma prevede la presenza dietro il volante della persona e alcuni suoi interventi).

Il problema, però, è che i costruttori (e non è la prima volta) hanno tagliato il traguardo con largo anticipo, cogliendo in contropiede le istituzioni: manca, infatti, una normativa che disciplini questa trasformazione in atto nell'automotive e lo stesso vale per l'aspetto assicurativo.

Innovazione e sicurezza vanno a braccetto, ma bisogna prestare attenzione a non esagerare. Si parla tanto di connettività, protagonista assoluta nei nuovi progetti, delle auto capaci di dialogare tra loro e con le infrastrutture, ma occorre fare i conti con un parco circolante ancora lontanissimo da questo dato di fatto. Come le infrastrutture, dai semafori intelligenti ai vari sistemi che permettono di razionalizzare il traffico, ancora un tabù. E poi c'è il rischio hackeraggio, che qualcuno riesca a intervenire dall'esterno sulla guida autonoma con conseguenze disastrose. Alcuni casi sono già venuti alla luce e c'è chi ha pensato bene di costituire una task force per la cybersecurity.

Tutti questi problemi, e lo stesso incidente mortale accaduto in Florida, sul quale stanno indagando le autorità Usa, non fermeranno però la corsa alla guida autonoma. «È la vigilia di una nuova era: guida connessa e autonoma creeranno nuove opportunità di ricavo; la digitalizzazione consentirà riduzioni dei costi a due cifre», commenta Stefano Aversa, presidente Emea e vicepresidente globale di AlixPartners, la società di consulenza aziendale che ha appena diffuso il Global Automotive Outlook 2016. Tra i benefici che la guida autonoma porterà alle Case auto sono previsti risparmi, almeno negli Usa, fino a 325 miliardi di dollari. E ad avvantaggiarsi, oltre all'industria e all'ambiente, l'Outlook evidenzia anche la sicurezza, «come conseguenza della riduzione del numero di incidenti». Molti veicoli sono già equipaggiati con gli utilissimi sistemi di guida assistita: radar anticollisione; frenata automatica; segnalatori che avvertono quando una macchina sta per sorpassarci, «scavalla» la corsia di marcia o il pilota si deconcentra. Per AlixPartners ci vorrà almeno una ventina d'anni prima che la guida autonoma (insieme all'auto elettrica) soppianti le vetture oggi in circolazione; un mercato, quello delle connected cars, che già nel 2018 potrebbe valere 40 miliardi e crescere del 20% ogni anno.

Il caso Tesla, comunque, ha già imposto una prima riflessione.

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